Papa Francesco prosegue le riforme finanziarie volute dal cardinale George Pell. Dopo i recenti scandali che hanno travolto il Vaticano, e in particolare la Segreteria di Stato, Bergoglio ha approvato il nuovo Statuto dell’Autorità di informazione finanziaria, istituita da Benedetto XVI nel 2010, che diventa Autorità di supervisione e informazione finanziaria. Una decisione, come spiega la Santa Sede, “finalizzata ad una maggiore trasparenza e al rafforzamento dei controlli in ambito economico-finanziario”.

Francesco ha voluto questo rinnovamento, come ha spiegato lui stesso, “a seguito della partecipazione della Santa Sede al gruppo Moneyval del Consiglio d’Europa e alla progressiva implementazione dei presidi in materia di antiriciclaggio, contrasto del terrorismo e della proliferazione delle armi di distruzione di massa”. L’Aif, infatti, è stato travolto anch’esso dall’inchiesta finanziaria dei pm vaticani in merito all’acquisto del palazzo di Londra effettuato dalla Segreteria di Stato. Proprio a seguito delle indagini, l’ex direttore dell’Autorità, Tommaso Di Ruzza, genero dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, è stato prima sospeso e poi l’incarico non gli è stato rinnovato.

Successivamente Francesco ha cambiato tutti i vertici dell’organismo nominando come presidente Carmelo Barbagallo, che proveniva dalla Banca d’Italia, come direttore Giuseppe Schlitzer e come vicedirettore Federico Antellini Russo.

La Santa Sede ha, inoltre, spiegato che “la revisione si è resa necessaria sia per allineare lo Statuto ai compiti effettivamente assegnati all’Autorità, oltre alla originaria funzione di intelligence finanziaria e di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, l’Autorità esercita dal 2013 anche l’attività di supervisione sullo Ior, sia per dare corso ad alcuni significativi cambiamenti organizzativi”.

Oltre alla nuova denominazione, tra le principali novità vi è una rinnovata distribuzione di ruoli tra presidenza e direzione, di natura strategica per la prima, finalizzato all’efficacia ed efficienza operativa per la seconda, nonché l’istituzione di una nuova unità, dedicata alla Regolamentazione e affari legali. In questo modo sono stati separati i compiti di definizione delle regole da quelli di esercizio dei controlli. Pertanto ora le attività dell’Autorità saranno suddivise in tre unità: Vigilanza, Regolamentazione e affari legali e Informazione finanziaria.

Per Barbagallo “le novità più importanti riguardano la governance e l’assetto organizzativo”. “Il nuovo Statuto, – ha aggiunto – nel confermare il ruolo di governo del Consiglio, rimarca quello propositivo del presidente nell’elaborazione della strategia dell’Autorità e, aspetto altrettanto importante, rafforza la sua responsabilità nella supervisione. Al contempo, viene consolidato il ruolo della direzione, composta dal direttore e dal vicedirettore, al fine di garantire l’efficacia e l’efficienza operativa dell’Autorità”.

Un’altra importante novità voluta da Bergoglio riguarda le assunzioni in Vaticano. Anche l’Autorità di supervisione e informazione finanziaria d’ora in poi dovrà procedere secondo le regole degli organismi della Curia romana, attraverso la Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni di personale laico presso la Sede Apostolica.

Per Barbargallo “questo è uno degli aspetti, probabilmente il più importante, nell’ambito del processo di allineamento delle regole amministrative applicabili all’Autorità a quello degli altri organismi di controllo della Curia romana, che già seguono le regole comuni ai vari dicasteri e uffici. Questo processo troverà compimento nel suo regolamento interno di prossima emanazione. Quanto alla Commissione indipendente di valutazione per le assunzioni vorrei sottolineare che rifarsi ad essa garantisce una più estesa selezione dei candidati e un maggiore controllo nelle decisioni di assunzione, evitando il rischio di arbitrarietà. Si tratta quindi di una scelta che, in ultima analisi, concorre a rafforzare l’indipendenza dell’Autorità nell’esercizio delle sue importanti prerogative”.

@FrancescoGrana

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