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Racconta una bugia: per colpa sua 1,7 milioni di persone finiscono in lockdown

Un'apposita task force è stata istituita per "esaminare le circostanze dell’incidente e indagare per stabilire se le leggi sono state violate", così da decidere i provvedimenti da adottare nei confronti del 36enne bugiardo

di F. Q.

Un’intera regione e un milione e 700 mila persone finite in lockdown per colpa di una bugia. Proprio così. È quanto successo in Australia, come riferisce il quotidiano Sydney Morning Herald, a causa di una falsa dichiarazione rilasciata da uno spagnolo di 36 anni, dipendente di una pizzeria risultato positivo al Covid.

L’uomo ha infatti raccontato gli incaricati dell’azienda sanitaria locale che lo avevano chiamato per tracciare tutti i suoi contatti, di essersi recato l’ultima volta in una pizzeria di Adelaide, il Woodville Pizza Bar, come cliente, e di essersi comprato una pizza da asporto. Peccato però che in realtà lui fosse un dipendente del locale. Una differenza affatto secondaria dal momento che la sua bugia ha spinto gli addetti al tracciamento a dedurre che avesse contratto il virus durante il breve lasso di tempo in cui aspettava la sua pizza e che, pertanto, nel Woodville Pizza Bar ci fosse un focolaio di coronavirus attivo, che poteva aver causato molti altri casi ancora da rilevare. Un motivo valido, insomma, per lanciare l’allarme alle autorità e far decretare il lockdown totale per la città e la sua regione.

Solo in seguito gli addetti al tracciamento hanno scoperto la menzogna detta dall’uomo, ricostruendo come erano andate davvero le cose: il 36enne era stato contagiato da un agente della sicurezza del locale che, oltre che nella pizzeria, lavora anche al Peppers Waymouth uno degli hotel di Adelaide usati per la quarantena dei contagiati. Solo che ormai era tardi: nel frattempo era già scattato il lockdown totale per 1,7 milioni di persone.

Una volta appurata la verità, le autorità sanitarie locali hanno deciso di far terminare oggi il lockdown, con tre giorni di anticipo rispetto alla data inizialmente prevista e con soli tre nuovi casi di contagio accertati. “Dire che sono arrabbiato è un eufemismo“, ha dichiarato il premier dello Stato, Steven Marshall. “Siamo esterrefatti per le azioni di questo individuo e valutiamo con molta attenzione le conseguenze che ci saranno“, ha aggiunto la più alta carica del South Australia. Un’apposita task force è stata istituita per “esaminare le circostanze dell’incidente e indagare per stabilire se le leggi sono state violate”, così da decidere i provvedimenti da adottare nei confronti del 36enne bugiardo.

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