“Tutti i vaccini in dirittura d’arrivo, a cominciare da quello della Pfizer, non sopprimeranno il coronavirus. Per capirci, saranno più simili ai vaccini antinfluenzali che a quello della Polio. Ci proteggeranno dalla malattia, ma non la faranno sparire“. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il direttore dell’Istituto Mario Negri Giuseppe Remuzzi, che ha tenuto a fare alcuni chiarimenti dopo l’entusiasmo dei giorni scorsi per la notizia che il vaccino contro il coronavirus di Pfizer sembra funzionare sul 90% delle persone testate.

“Si può dire con ragionevole certezza che questi vaccini garantiranno una immunizzazione di massa, e che nel giro di qualche anno la maggior parte degli abitanti della terra avrà la sua dose. Il modo più veloce per rendere fruibile a tutti il vaccino – sottolinea il professore – sarebbe quello di togliere da subito il brevetto. E purtroppo sono abbastanza sicuro che questo non accadrà”.

“Oggi il nostro vaccino è la mascherina”, dichiara Remuzzi, che evidenzia l’importanza anche del distanziamento sociale e lavaggio continuo delle mani, perché per ora “nessun vaccino riuscirà da solo ad estinguere la pandemia”. In futuro “l’effetto combinato del vaccino, le misure affidate alla nostra responsabilità e il tempo farà diventare il coronavirus come un raffreddore. Un lavoro di Nature prevede che sarà per il 2024. Ma attenzione, meglio non illudersi. Ci sono troppe variabili, troppe cose impossibili da prevedere”, spiega ancora Remuzzi.

Il vaccino, rassicura, è comunque un primo colpo al virus: “Oltre a proteggere e a scongiurare quanti più decessi possibili, impedirà anche la trasmissione dell’agente patogeno da una persona all’altra. Avrà anche un effetto indiretto. Durante l’attuale fase di pandemia, potrebbe essere questa la conseguenza più importante”, sottolinea Remuzzi. “Pfizer garantisce che funziona sul 90% delle persone testate, e ci basterebbe il 50% per essere contenti. Ma non dobbiamo illudere la gente: che sia un vaccino e che funzioni, non significa che ce ne sia per tutti. E soprattutto – ribadisce – non è certo venuto il momento di gettare via mascherine e precauzioni, che restano ancora la nostra prima, più importante e finora unica arma di protezione”.

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