Tutto appeso al voto per posta, come previsto. Arizona, Nevada, Pennsylvania e Georgia: è qui che si continua a contare scheda per scheda, e da questi Stati dipende l’elezione del presidente, che sia Joe Biden o Donald Trump. Il candidato democratico è a un passo dal raggiungere la quota di 270 grandi elettori necessaria per mettere piede nello Studio Ovale della Casa Bianca. E lo farebbe con il massimo dei voti mai ottenuti da un presidente americano, visto che al momento ne ha incassati 72 milioni, ben oltre il record di Barack Obama che nel 2008 ricevette 69,5 milioni di preferenze e ai 65,8 di Hillary Clinton. Ma rispetto a 4 anni fa Trump – finora – ha ottenuto oltre 5 milioni di preferenze in più, arrivando a 68,3 milioni rispetto ai 62,9 nel 2016.

Dopo una partenza che ha visto Biden cedere il passo ai successi del presidente in carica, la corsa tra i due rivali si è poi stabilizzata su un testa a testa giocato sul filo sino all’ultimo. A segnare la rimonta di Biden dopo l’iniziale vantaggio di Trump è stato il voto per posta, metodo che il presidente da mesi denigra, ventilando ipotesi infondate di brogli e complotti. E oggi su Twitter si spinge oltre, invitando addirittura a fermare i conteggi delle schede a spoglio in corso, e dichiarando che “tutti i voti arrivati dopo il giorno delle elezioni non verranno conteggiati”. Boutade lontane dalle regole della democrazia americana – e bollate come “fuorvianti” da Twitter -, che prevede il conteggio di tutte le schede spedite entro l’Election day.

Ora, conquistati Michigan e Wisconsin, per un bottino complessivo di 26 grandi elettori, all’ex vice di Obama mancano solo 17 punti per arrivare alla Casa Bianca. Quelli che possono dargli Arizona e Nevada, non ancora assegnati ma dove gode di un vantaggio abbastanza rassicurante. In Nevada, in particolare, sta prevalendo sul rivale con numeri in crescita, ma il risultato definitivo potrebbe arrivare soltanto il 12. Senza dimenticare che l’early vote – cioè il voto di persona o per posta degli elettori che hanno deciso di scegliere il loro candidato prima dell’Election day – gli ha permesso anche di compiere un’incredibile rimonta in Georgia e Pennsylvania, due Stati che ormai erano dati per persi. Nel primo, che vale ben 16 grandi elettori, ora la distanza è di appena 16mila voti in favore di Trump. In caso di vittoria anche qui, il candidato dem potrebbe conquistare una vittoria più larga di quella pronosticata ieri. Occhi puntati sulla Georgia dove è in corso ancora lo spoglio e siamo al testa a testa col 98% delle schede scrutinate, ma è la Pennsylvania che può riservare il vero colpo di scena, facendo sfondare a Biden il tetto dei 270 grandi elettori. Il risultato finale, ha detto il segretario di Stato, potrebbe arrivare entro oggi (e non domani come inizialmente comunicato) e la campagna democratica è fermamente convinta di riuscire a vincere con un margine considerevole.

In attesa del risultato definitivo, non c’è stata né l’onda rossa preannunciata dal candidato repubblicano né il muro blu sperato dai democratici e ipotizzato dai sondaggi. L’ex vice di Barack Obama è riuscito nella rimonta grazie agli scrutini del voto per posta, a cui milioni di americani, mai come quest’anno, hanno fatto ricorso causa Covid. Trump è immediatamente partito al contrattacco, parlando di “discariche di schede” e annunciando ricorsi alla Corte Suprema. Il tutto mentre i suoi sostenitori e quelli di Biden hanno inscenato proteste da Detroit a New York e Phoenix. Centinaia gli arresti, molti dei quali a Minneapolis, città dove è stato ucciso George Floyd e cuore delle proteste del movimento Black Lives Matter.

LA CRONACA DEL 5 NOVEMBRE

20.12 – Nevada, il risultato definitivo potrebbe non arrivare prima del 12
“Prevediamo di avere il grosso dei voti postali ricevuti dal sistema entro sabato o domenica”, ha detto a Bbc Joe Gloria, funzionario della contea di Clark, dove si trova Las Vegas, spiegando che il processo di conteggio è lungo a causa del numero di voti postali e non perché “vengono esaminate schede improprie”. Verranno contati i voti spediti entro il 3 novembre.

19.14 – Si assottiglia il vantaggio per Trump in Pennsylvania
Il presidente al momento ha un margine di 115mila voti, rispetto ai 600mila registrati come suo massimo vantaggio dal momento dell’apertura delle urne. I voti postali che ancora mancano da conteggiare, potrebbero ridurre ulteriormente il vantaggio di Trump. Lo stato assegna 20 voti elettorali, che potrebbero risultare decisivi per l’esito finale delle elezioni.

18.35 – Pennsylvania, Corte suprema boccia decisione pro-Trump
I giudici hanno ribaltato la decisione di una corte inferiore che aveva autorizzato i rappresentanti della campagna Trump ad assistere di persona allo spoglio dei voti per posta a Filadelfia. Lo riferisce la giornalista di Nbc News Maura Barrett, Nel frattempo, in attesa del pronunciamento della Corte Suprema, sollecitato dai Democratici, il conteggio dei voti a Filadelfia era stato interrotto. Secondo quanto riporta la Barrett, ora sarebbe ripreso.

18.25 – Giudice in Georgia respinge ricorso di Trump contro il conteggio di una cinquantina di voti postali
A quanto riferisce l’emittente Wsb di Atalanta, il giudice James Bass della contea di Chatham ha respinto il ricorso dopo che i funzionari dell’ufficio elettorale hanno provato che tutti i voti erano legittimi e arrivati nei tempi prescritti.

18.14 – Biden avanza su Trump in Nevada
Joe Biden è avanti in Nevada di 12.000 voti su Donald Trump. Lo riporta Cnn, sottolineando che il democratico sta allungando sul presidente. L’ultima rilevazione infatti gli concedeva un vantaggio di 7.000 schede. Ora è a +1%.

17.21 – La campagna di Joe Biden si aspetta di vincere la Pennsylvania
Lo riporta Cnn citando alcune fonti della campagna dell’ex vicepresidente che ritiene di vincere lo Stato con un margine considerevole.

17.15 – Il procuratore della Pennsylvania contro Trump: “Tutti i voti saranno contati”
A fronte delle dichiarazioni del presidente sul stop dei conteggi delle schede elettorali, il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro respinge l’azione legale di Trump. “La campagna elettorale è finita, i voti sono stati espressi ed ora è il momento di contarli e rispettare la volontà degli elettori. Non consentirò a nessuno di fermare il processo di conteggio. Si tratta di voti legali e saranno contati”, ha dichiarato.

14.56 – In Georgia mancano solo 50.000 voti da contare
Una volta completato il conteggio il quadro potrebbe essere più chiaro per consentire ai network americani di proiettare un vincitore fra Donald Trump e Joe Biden, separati da qualche migliaia di voti in quello che è uno degli stati chiave nella corsa alla Casa Bianca. Trump è avanti con il 49,6%, Biden ha il 49,2%.

15.33 – Trump vuole avviare un’azione legale anche in Nevada
Secondo le indiscrezioni riportate da Fox, lo staff del presidente si prepara ad annunciare un ricorso in cui afferma che circa 10.000 persone nello Stato hanno votato illegalmente.

11:50 – Rimonta di Biden in Georgia: sarà un testa a testa finale
Incredibile rimonta di Joe Biden in Georgia dove, con il 96% delle schede scrutinate, il vantaggio di Donald Trump sul candidato Dem si è ormai ridotto allo 0,4%, con una differenza, in termini di voti assoluti, di appena 18mila voti, con poco più di 200mila schede ancora da conteggiare.

9:30 – Cnn: “Si riduce il vantaggio di Biden in Arizona”
Si riduce di oltre 10mila voti il vantaggio di Joe Biden su Donald Trump in Arizona, considerata un feudo repubblicano ma ‘assegnata’ già ieri al candidato democratico. Secondo gli ultimi dati riportati dalla Cnn nella contea più grande dello stato, Maricopa County, all’ex vice presidente vanno 912.585 voti contro gli 838.071 espressi per il tycoon, mentre il precedente conteggio assegnava a Biden 887.457 voti e a Trump 802.160. Si passa quindi da uno scarto di quasi 85.300 preferenze a poco più di 74.500 voti di differenza.

7:49 – A rischio la maggioranza repubblicana in Senato
Rischia la maggioranza repubblicana al Senato alla luce dei dati in arrivo dalla Georgia, dove si potrebbe ricorrere al ballottaggio per entrambi i seggi in palio. A preoccupare è soprattutto il seggio occupato dal repubblicano David Perdue, candidato uscente, che con il 3% dei voti ancora da scrutinare, ha ridotto il suo consenso al 50,07%. Scendere sotto quota 50% costringerebbe Perdue al ballottaggio come avverrà nell’altro seggio dello Stato dove il democratico Raphael Warnock ha ottenuto il 32,6% contro il 26,11% della senatrice uscente Kelly Loeffler. In caso di doppia sconfitta potrebbe prospettarsi l’ipotesi di un pareggio, che metterebbe in seria difficoltà i repubblicani soprattutto in caso di presidenza Biden: infatti la guida del Senato è formalmente affidata al vicepresidente con diritto di voto in caso di parità.

01:28 – Trump infuriato con Murdoch perché Fox dà l’Arizona a Biden
La furia di Trump contro Rupert Murdoch. Secondo indiscrezioni riportate dai media americani, il presidente avrebbe chiamato furioso durante la notte elettorale l’editore dopo che Fox aveva stabilito che Joe Biden era il vincitore dell’Arizona. Urlando avrebbe chiesto a Murdoch di ordinare ai suoi di fare un passo indietro e ritrattare lo stato. L’editore si è però rifiutato. Proteste e tensioni sono andate in scena nella capitale Phoenix da parte dei sostenitori di Trump.

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