Antonino aveva 82 anni, era detenuto nel carcere di Livorno e ed era affetto da diverse patologie croniche. Nei giorni scorsi, riferiscono il garante dei detenuti della città e della Regione Toscana, è risultato positivo al Covid. “Nonostante l’età non aveva sintomi, se non qualche linea di febbre. Non ha mai avuto difficoltà respiratorie“. Giovedì pomeriggio è morto all’improvviso. “Come prevede il protocollo, era stato messo in isolamento sanitario in attesa del secondo tampone. La mattina aveva incontrato l’educatrice ed i medici, si sentiva più sollevato”, racconta il garante livornese Marco Solimano. Poi “lo schianto, una morte fulminea e non attesa. Si rimane senza parole, non riesco a rassegnarmi allo scenario di morte provocato dalla pandemia“. Come se non bastasse, aggiunge Solimano, “Antonino qualche mese addietro aveva avanzato richiesta di differimento pena ai domiciliare considerata la sua età avanzata, le sue precarie condizioni di salute, l’incombenza del contagio da Covid. Ma era stata respinta. E mi chiedo allora cosa si possa chiedere di più ad un uomo oramai nel periodo terminale della sua esistenza, afflitto da numerose patologie croniche, con alle spalle tanti e tanti anni di carcerazione“.

Ora toccherà agli inquirenti stabilire le cause della morte ed accertare se effettivamente il coronavirus ha inciso sulle condizioni di salute del detenuto. Ma per Solimano resta il fatto che “forse già da tempo avrebbe dovuto essere fuori da una cella poiché la sua condizione, a mio modesto parere, si palesava come incompatibile con la realtà penitenziaria. Eppure il giorno della sua morte Antonino era sereno in quanto aveva presentato nuova istanza di differimento pena ed anche una di permesso premio“. Al cordoglio del garante livornese si è aggiunto anche quello del collega della Regione Toscana Giuseppe Fanfani, secondo cui è necessario “pensare a organizzazioni sanzionatorie diverse”, specie in questa fase di emergenza sanitaria, e di “conservare i valori costituzionali“. “Purtroppo – dichiara Fanfani -, malgrado la sicura attenzione delle forze di polizia penitenziaria e delle direzioni degli istituti, le statistiche degli ultimi giorni dimostrano che il contagio è in continua crescita”. Per questa ragione, il garante invoca “la massima attenzione da parte di tutti gli operatori” ed esprime “grande e rinnovata preoccupazione per la disattenzione che il sistema delle leggi ha verso i detenuti molto anziani, le categorie più deboli a cominciare da coloro che sono affetti da problemi psichiatrici, i tossicodipendenti, i condannati a pene brevi”.

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