La Campania verso il lockdown totale. Nel giorno in cui la Regione, in sole 24 ore, ha registrato il record di 2mila e 280 nuovi contagi per Coronavirus, il presidente dem Vincenzo De Luca ha annunciato in diretta Facebook che metterà in atto le procedure per una “chiusura totale“, fatta eccezione per le attività essenziali: la firma dell’ordinanza è attesa tra sabato 24 e domenica 25 ottobre. Una decisione che il governatore ha accompagnato con la richiesta al governo di fare altrettanto per tutto il territorio nazionale. “Per l’Italia deciderà il governo, per la Campania faremo quello che riteniamo giusto per noi”, ha dichiarato. “Dobbiamo chiudere per un mese, 40 giorni e poi si vedrà ma senza soluzioni drastiche non possiamo reggere. Non voglio vedere la fila dei camion con le bare. L’unico obiettivo deve essere salvare la vita delle famiglie, tutto il resto ora non conta nulla”. Il presidente dem, per rafforzare la sua posizione, ha mostrato la Tac di un paziente 37enne. A spingere verso la chiusura, una situazione dei posti letto in ospedale che De Luca ha definito “pesante”: “La programmazione ci consente ancora di reggere“, ha detto, “ma con questi numeri non c’è nessun sistema ospedaliero al mondo in grado di reggere l’onda d’urto. Oggi reggiamo grazie al sacrificio di migliaia di medici e personale sanitario, ma nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate”. E, ha continuato: “Dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi, non domani. Siamo ad un passo dalla tragedia“. Pochi minuti prima il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo al Festival del lavoro, aveva ribadito invece che “va scongiurato un lockdown generalizzato”.

Il discorso di De Luca in diretta Facebook: “Chiudere le scuole per ultimi? Da irresponsabili” – “Oggi siamo chiamati a prendere decisioni forti, definitive ed efficaci, per far fronte a una situazione che è diventata pesante”, ha esordito il presidente dem De Luca. “Ogni giorno che passa rischia di aggravarsi in maniera insostenibile la situazione dell’epidemia. Per questo io ritengo che non ci sia più un’ora di tempo da perdere. Perfino l’ordinanza che entra in vigore oggi è già superata dai dati del contagio con i quali dobbiamo fare i conti. Io credo che dobbiamo decidere oggi, non domani, non fra una settimana, perché davvero non abbiamo più davanti tempo da perdere. Avevamo immaginato una chiusura parziale, ma per i dati che abbiamo non basta più neanche questo. Dobbiamo decidere di chiudere tutto”. La chiusura totale non riguarderà naturalmente le attività essenziali: “Io credo che dobbiamo chiudere tutto tranne le attività industriali, agricole, dell’edilizia, l’agroalimentare, le forniture agroalimentari, le cose che abbiamo già conosciuto a marzo e aprile. Chiudere tutto tranne che le attività essenziali. Credo che dobbiamo bloccare la mobilità tra regioni e tra comuni, tentando di difendere per quanto possibile le attività produttive”.

De Luca è stato il primo presidente di Regione a chiudere tutti gli istituti scolastici, dando il via a un braccio di ferro con la ministra della Scuola Lucia Azzolina: “E’ stupido, da irresponsabili dire che le scuole vanno chiuse per ultimo”, ha detto commentando proprio le ultime dichiarazioni della titolare al dicastero dell’Istruzione. “Di fronte ad un aumento di contagi come quello che abbiamo registrato tra docenti e alunni, l’unica risposta che la ragione può dare è quella di evitare che il contagio si diffonda. La priorità non sono gli ideologismi ma bloccare i contagi. Le decisioni non si prendono in astratto ma sulla base dei numeri”. Secondo De Luca sono i dati a impedire una riapertura delle scuole: “Con questi dati non si aprono. Domani si deciderà dopo una valutazione con l’unità di crisi“. Tra prima e dopo l’apertura delle scuole, “nella popolazione generale c’è stato un aumento di 3 volte del contagio, nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte”. “Siamo passati nella fascia 0-5 anni da 88 positivi prima del 24 settembre a 402 positivi a dopo l’apertura nella fascia tra 6 ai 10 anni prima 57 contagi, dopo l’apertura 476 contagi, nella fascia 11-14 anni prima 49 contagi, dopo 479 contagi. Nella fascia 15-18, prima dell’apertura 82 contagi e dopo, 558 contagi. Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?”.

Il presidente dem ha anche parlato dei suoi rapporti con l’esecutivo: “Nel governo ci sono persone perbene, con le quali continueremo a collaborare, ma anche tangheri e sciacalli”, ha detto senza esplicitare a chi stesse facendo riferimento. “C’è anche un improbabile ministro sciacallo. “Ringrazio il ministro Speranza che collabora e capisce cosa è la Campania, il ministro dell’Interno, il capo della Polizia che hanno corrisposto alla domanda di invio di forze dell’ordine. Ieri ho avuto un colloquio cordiale con il ministro Patuanelli sulla metanizzazione del Cilento. Mi verrebbe da dire affrontiamo questa situazione da uomini espressione che non si usa più, di sicuro non la userò per un ministro…”.

Anche in Calabria coprifuoco e dad per le scuole superiori – Intanto anche la Calabria ha deciso il coprifuoco tra le 24 e le 5 del mattino e di sospendere le lezioni in presenza alle superiori. L’ordinanza è stata firmata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì e le misure dovranno essere osservate fino al 13 novembre 2020. Tra le misure previste: la sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; la sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso; accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.

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