Chiedono di potere vaccinare i propri figli contro l’influenza prenotando il servizio da casa, senza aspettare il proprio turno davanti agli ambulatori. Un bel problema in tempi di coronavirus, visto che in questo modo si formano lunghe code e si creano assembramenti. Per questo motivo i genitori di Palermo hanno scritto una lettera al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, e all’Assessore alla Sanità, Ruggero Razza. “Siamo madri e padri palermitani con la sola colpa di voler seguire le linee guida del Ministero sul vaccino anti influenzale in età pediatrica, quest’anno fortemente raccomandato dai 6 mesi ai 6 anni anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani nell’attuale fase pandemica. Perché vi scriviamo? Per mettervi a conoscenza di ciò che sta accadendo. Perché troviamo assurdo e gravissimo che, nella quinta città d’Italia (non certo una piccola cittadina) e in un momento delicato come quello che stiamo attraversando, siano soltanto tre i centri che erogano il servizio, per giunta solo il sabato, e che non si possa prenotare come avviene per gli altri vaccini”, è l’incipit della missiva.

Nel capoluogo della Sicilia, infatti, sono solo tre i centri dell’Asp che vaccinano i bambini contro l’influenza, e lo fanno solo nella giornata di sabato: sono gli ambulatori Pietratagliata, Pallavacino e Settecannoli. Troppo poco in una città di 800mila abitanti, che arriva a un milione e duecentomila con i centri della provincia. Numeri minimi che si sommano a quelli dei pediatri: solo 9 dei 188 hanno aderito alla campagna di vaccinazione, partita il 5 ottobre. Normale, dunque, che solo dieci giorni la Asp si è dovuta scusare con una nota, spiegando di aver inviato al “centro vaccinazioni di Pallavicino ulteriori 100 dosi, in maniera tale da soddisfare la richiesta” visto il “grande numero di persone che si è riversato oggi nei centri di vaccinazione”. A spiegare quello che succede nei laboratori è la lettera aperta dei genitori: “Ci si deve recare ai centri, infatti, e mettersi a turno direttamente lì, con conseguente rischio di assembramenti e inadeguata sanificazione dei locali, il che potrebbe causare la circolazione del virus Covid19, mettendo ancora più sotto stress gli ospedali già in sofferenza. Per di più, se è la prima volta che si fa, il bambino necessità di due dosi: ciò significa fare un turno fisico per ben due volte e, inutile dirlo, la probabilità di affollamento aumenta”.

Da qui la richiesta alla Regione di intervenire: “Da mesi si sapeva della raccomandazione ministeriale, da mesi si parlava di seconda ondata rispetto all’emergenza legata al Covid19, da mesi si pubblicizzava la campagna vaccinale e la data del 5 ottobre per iniziare. Non possiamo credere che in tutto questo tempo non si sia potuto organizzare in modo efficiente un servizio che quest’anno è gratuito e fortemente consigliato. Non possiamo credere che non si fosse prevista una grande affluenza”. Dal canto suo l’Asp di Palermo fa sapere che “si sta potenziando ulteriormente l’organico a disposizione dei centri per consentire, sin dai prossimi giorni, la vaccinazione dei bambini in più strutture della città, sia nella giornata di sabato (mattina e pomeriggio) sia negli altri giorni della settimana. Saranno, inoltre, utilizzati i camper dell’Azienda sanitaria per raggiungere quei quartieri di Palermo sprovvisti di ambulatori per le vaccinazioni”.

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