Le prime violazioni erano state rilevate nel 1982, quasi 40 anni fa. Solo oggi la casa patronale abusiva di oltre 4.000 metri quadri, riconducibile a Ferruccio Casamonica, è stata sgomberata e nelle prossime ore sarà abbattuta. Esattamente due anni dopo il maxi-blitz al quartiere Quadraro di Roma. Questa mattina 50 agenti del gruppo VII Tuscolano della Polizia Locale di Roma capitale – guidata dal comandante Stefano Napoli – coadiuvati dai carabinieri del comando provinciale di Roma, sono intervenuti in zona Grotte di Gregna, periferia sud-est della Capitale al confine con il comune di Ciampino, per eseguire la determinazione dirigenziale n. 808 del Municipio VII di Roma, guidato dalla minisindaca Monica Lozzi. Il complesso, che sorgeva proprio sul confine fra i comuni di Roma e Ciampino e su un terreno con conclamati vincoli archeologici, conta ben sette corpi abitativi di metratura che va dai 50 ai 310 metri quadri. Sei di questi erano stati dati in affitto, mentre il più grande – arredato nello “stile” tipico della famiglia sinti – era ad uso della famiglia del capostipite Ferruccio, sposato con Dolores Sara Spada, proveniente dall’altro grande clan di “zingari” della Capitale.

Oltre agli appartamenti, delle vere e proprie ville, all’interno del compendio c’era anche una piscina di 50 metri quadri. Recentemente, su istanza di separazione del tribunale di Roma, Ferruccio aveva dovuto consegnare a Dolores la sua Ferrari modello Modena regolarmente parcheggiata nel cortile della casa patronale. Il vigente piano regolatore generale – approvato il 12 febbraio 2008 – classifica l’area come “Città’ da Ristrutturare”, mentre per il previgente era semplicemente “Zona H – Agro Romano” e quindi area da preservare. Esisteva anche un vincolo di inedificabilità di rispetto della viabilità principale e un vincolo archeologico istituito il 2 febbraio 1999. Come detto, il primo rilievo dell’abuso edilizio era arrivato ben 38 anni fa, ma i provvedimenti di abbattimento e acquisizione al patrimonio capitolino erano stati emessi e revocati più volte per presunti errori per tutti gli anni 2000.

Come avvenuto due anni fa, l’istruttoria è stata portata avanti dal Municipio VII e dalla sua presidente Monica Lozzi, in collaborazione con il gabinetto della sindaca Virginia Raggi. “Un sentito ringraziamento alle donne e agli uomini degli uffici del Municipio che hanno reso possibile tutto questo e alla maggioranza composta dai consiglieri municipali M5s che ha sempre sostenuto queste attività e continua a farlo”. In mattinata è arrivato un anche un tweet di Raggi, che ha scritto: “Continua la nostra battaglia per riportare la legalità. Dopo le villette del Quadraro, stiamo abbattendo altri immobili abusivi del clan Casamonica. Istituzioni unite vincono”. L’attività di progressivo smantellamento dei beni immobili abusivi riconducibili alla famiglia sinti romana – fortemente indebolita dalle inchieste e dagli arresti portati avanti in questi anni dalla Procura di Roma – ha avuto risvolti apprezzabili nell’area sud-est della città, dove i Casamonica sono più radicati. In alcuni casi, come documentato recentemente da Ilfattoquotidiano.it, alcune diramazioni del clan hanno provveduto addirittura ad abbattere in autonomia le proprie ville, per evitare l’intervento “invasivo” delle forze dell’ordine.

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