La contrazione del prodotto interno lordo italiano nel 2020 resterà sotto la doppia cifra. Dopo le rassicurazioni degli scorsi giorni, adesso è scritto nero su bianco nella Nota di aggiornamento al Def. Secondo le stime del governo sui conti pubblici, che verranno presentate mercoledì sera in Consiglio dei ministri, il pil farà segnare un -9% destinato poi a un rimbalzo del 6% nel 2021. Il rapporto debito/pil è stimato al 158% nel 2020, in discesa già nel 2021 e per il prossimo triennio, si apprende da fonti del ministero del Tesoro dopo l’intesa raggiunta dalla maggioranza nell’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i capidelegazione.

È prevista anche una forte ripresa degli investimenti pubblici anche grazie al Recovery Fund. La Nota di aggiornamento del Def sarà presentata al Consiglio dei ministri mercoledì, per essere poi approvata domenica. Uno slittamento dovuto alla presenza a Bruxelles, nelle giornate di giovedì e venerdì, del premier. Nel Documento di economia e finanza varato ad aprile, il governo aveva previsto un calo del pil dell’8% e un debito in volo al 155%, avvisando che la contrazione avrebbe potuto espandersi oltre il 10% in caso di una “recrudescenza” della pandemia di coronavirus. Restano numeri da economia di guerra, ma le attese per il 2021 sono di una robusta ripresa incentivata anche dagli aiuti europei.

Fra i margini di bilancio consentiti dalla sospensione dei vincoli Ue e l’anticipo del Recovery plan, il governo punta a una manovra 2021 da 40 miliardi di euro, ha detto il ministro dellEconomia Roberto Gualtieri intervendo a DiMartedì su La7. Circa 21-22 miliardi saranno in deficit. Il numero uno del Tesoro ha spiegato che nella Nadef “abbiamo deciso un deficit del 7%, contro un tendenziale che era a 5,7%, con una espansione fiscale molto significativa” che segue anche i suggerimenti delle istituzioni internazionali a non attenuare lo stimolo di bilancio troppo presto.

“Fra Recovery plan e spinta di bilancio ci saranno quaranta miliardi di espansione fiscale” puntando su investimenti pubblici e spinta a quelli privati, rendendo strutturale Industria 4.0 e procedendo con la riforma fiscale che “assolutamente” vedrà cambiamenti nelle aliquote. Quanto a una rimodulazione degli scaglioni di reddito, il ministro non si è sbilanciato. Per quanto riguarda la spesa del Recovery Fund, il ministro ha assicurato che “saremo molto rigorosi, vogliamo presentare pochi grandi progetti che devono guardare avanti”.

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