È pakistano, ma non ha 18 anni, bensì 25. E non si chiama Hassan Alì, come aveva dichiarato alle forze di polizia francesi dopo l’arresto, ma Zaheer Hassan Mahmoud e per arrivare nel Paese, nel 2018, è transitato anche “da Turchia e Italia“. È questo l’identikit fornito dal procuratore antiterrorismo, Jean-François Ricard, nel corso di una conferenza stampa sull’attacco terroristico a colpi di mannaia che venerdì scorso, davanti all’ex sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, ha provocato il ferimento grave di due persone.
In Francia, l’uomo era “totalmente sconosciuto a tutti i servizi di informazione”, ha confermato Ricard, spiegando che, quando è stato interrogato, l’attentatore ha spiegato di essere “adirato” contro Charlie Hebdo per la nuova pubblicazione delle caricature di Maometto e che pensava a un attacco contro la redazione del settimanale, senza sapere che aveva traslocato in un luogo segreto e protetto da ormai quattro anni.
A far scattare il presunto attentatore sono stati “dei video provenienti dal Pakistan sulla pubblicazione delle caricature”, ha raccontato il 25enne agli inquirenti. Testimonianza che sarebbe confermata da un video girato prima dell’attacco in cui Zaheer Hassan Mahmoud proclama il suo proposito di andare a “ribellarsi” contro il settimanale con l’intento di “incendiare” i locali. Terminato lo stato di fermo, l’uomo comparirà questo pomeriggio davanti al giudice per l’ipotesi di “tentato omicidio a scopo terroristico”.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez