Il Tar di Trento ha appena accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza emessa dal presidente trentino, il leghista Maurizio Fugatti. Ordinanza di cattura di mamma orsa JJ4, rea di aver attaccato padre e figlio cacciatori in esplorazione nei boschi, che alla sera giravano alla ricerca di possibile fauna, non in periodo di caccia, ma solo per prevedere dove cercare alla riapertura della stagione.

L’ordinanza, la seconda emessa e la seconda bloccata dal tribunale amministrativo trentino ha peraltro una storia molto brutta, poiché è stata emessa ai primi di agosto e tenuta nascosta, alla faccia della trasparenza tanto declamata dalla provincia di Trento. Fatto sta che, scoperto tale provvedimento, le associazioni Enpa e Oipa, hanno avviato il ricorso, oggi accolto dal Tar.

E, mentre mamma orsa e i suoi piccoli, che sarebbero certamente morti se lei fosse caduta in trappola, sono salvi, invece è ancora imprigionato l’orso più famoso del mondo. M49, pur non avendo mai aggredito alcun essere umano, è stato catturato ben tre volte, scappando due volte dal Casteller. Tra la seconda cattura e quest’ultima ha trascorso oltre tre mesi in galera al Casteller, dove è stato castrato chimicamente.

Personalmente, ho denunciato la provincia di Trento per maltrattamenti di animale, convinto che sia in atto una vera e propria persecuzione da parte del presidente Fugatti, che ne ha fatto una questione personale. Lo dimostra il fatto delle due ordinanze su JJ4, sospese dal Tar, ma lui imperterrito continua con una strategia di persecuzione.

Intanto, la delegata locale dell’Oipa, Ornella Dorigatti, ha avviato, da oltre dieci giorni, uno sciopero della fame, per chiedere la revoca di cattura di JJ4 e la liberazione dei tre orsi reclusi a Casteller, un vero e proprio bunker per animali. Una persona fa lo sciopero della fame e le istituzioni non si interessano minimamente di avviare un processo di confronto sul tema gestione degli orsi in Trentino. Lo stesso ministro Sergio Costa, autore del simpatico nomignolo Papillon, non da risposte sul problema. Silenzio assoluto.

Credo che sia giunto il tempo di finirla con la rincorsa agli orsi; nei boschi i forestali servono per controllare i bracconieri, dato che la caccia è aperta, oppure per monitorare i pascoli. Un orso rinchiuso al Casteller può costare circa 65.000 euro all’anno; sono tre attualmente, quindi con i 195.000 euro annui si potrebbe benissimo attrezzare i comuni di montagna con cassonetti anti orso, così da tenerli lontani dalle abitazioni. Solo un piccolo esempio di percorso di convivenza, invece che volerli abbattere o catturare a tutti i costi.

Una piccola soddisfazione però oggi è arrivata; JJ4 non verrà catturata, i suoi cuccioli sono salvi, per ora. Alla delegata Oipa del Trentino – Ornella Dorigatti, il mio personale plauso per la battaglia condotta, assieme alle due associazioni Enpa e Oipa che hanno prodotto il ricorso. A lei chiedo ora di sospendere lo sciopero della fame e ricaricare le batterie, perché sarà necessario lottare ancora per la liberazione degli orsi e per avviare un percorso di formazione, informazione e convivenza. Non certamente di repressione, come nel medioevo!

Articolo Precedente

Giornata mondiale dell’ozono, la storia (quasi) a lieto fine del prezioso filtro solare può insegnarci molto sul futuro del pianeta

next
Articolo Successivo

Lo stadio può essere l’occasione per lucrosi affari immobiliari: ora tocca a Firenze

next