La Ferrari Portofino si rinnova, ma senza stravolgimenti. E il suo nome si completa con la lettera “M”, che sta per modificata, ovvero aggiornata. Gli interventi hanno interessato soprattutto il powertrain, composto dal V8 biturbo da 3855 cc di cilindrata che fa parte di quell’apprezzata dinastia di 8 cilindri a V vincitrice del premio “International Engine of the Year” per quattro anni consecutivi: eroga 620 Cv di potenza massima a 7500 giri/min (venti cavalli in più rispetto all’unità della Portofino).

La trasmissione, poi, sfrutta un cambio nuovo di zecca, già visto sulla Roma e parente stretto dell’unità presente sulla SF90: vanta un’architettura a doppia frizione in bagno d’olio, con otto rapporti (sulla Portofino erano sette). Inoltre, i suoi ingombri sono stati ridotti del 20%. All’esordio pure il nuovo Manettino, che consente di variare completamente il comportamento dell’auto – incide, infatti, sulla risposta di motore, cambio e controllo di trazione – in base ai desideri del guidatore: ora le mappature sono cinque, grazie all’aggiunta della modalità ‘Race’. Quest’ultima “supportata dall’attività del Ferrari Dynamic Enhancer, è focalizzata principalmente alla massimizzazione del piacere di guida della vettura”, spiega la casa madre.

Rimane inalterata l’impostazione della carrozzeria, dotata di tetto retrattile in lamiera, che consente all’auto di avere due anime distinte e fra loro ben armonizzate, una da coupé e l’altra da cabrio. Va nella direzione di questo dualismo pure la taratura dell’assetto, che aspira a coniugare le ragioni del comfort con quelle della bella guida. Prime consegne previste nel secondo trimestre 2021, con prezzo a partire da 206 mila euro.

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