Israele chiude tutto, di nuovo, causa Covid. Ed è il primo paese a tornare per la seconda volta in lockdown, che verrà votato domenica e avverrà in tre fasi: la prima entrerà in vigore il 18 settembre, la seconda intorno al 1° ottobre e l’ultima intorno al 15 ottobre. Intanto cresce il malcontento nei confronti del primo ministro Benyamin Netanyahu: secondo quanto rilevato da un sondaggio pubblicato da Israel ha-Yom, il 59 per cento degli intervistati ritiene la sua gestione della crisi sanitaria “non buona” o “pessima”, mentre il 54 per cento ha criticato il comportamento del governo in campo economico. Se il lockdown – che riguarderà la festa di Rosh ha-Shanà (il Capodanno ebraico) e il digiuno dello Yom Kippur – avrà l’effetto sperato, sarà poi allentato in forma molto graduale.

I numeri della pandemia – Solo ieri, si sono registrati 4.038 nuovi casi di Covid, l’ 8,8% dei test effettuati. Il ministero della Sanità ha specificato che dall’inizio della pandemia 146.542 persone sono state contagiate. Attualmente i malati sono 33.920, dei quali 982 sono ricoverati in ospedali. I casi gravi sono oggi 489: erano 419 una settimana fa. Oltre mille i decessi.

Le misure della nuova chiusura – Il secondo lockdown partirà probabilmente dopo mercoledì, ossia al ritorno del premier Benyamin Netanyahu da Washington, dove il 15 settembre saranno firmati gli accordi di pace fra Israele ed Emirati arabi uniti. Una volta che il lockdown sarà entrato in vigore, gli israeliani non potranno allontanarsi dalle proprie abitazioni per oltre 500 metri. Scuole e università saranno chiuse, così come tutti gli esercizi privati non indispensabili. Preghiere potranno essere tenute solo all’aperto o in spazi ritenuti idonei dalle autorità sanitarie. Ieri, prima che il ‘Comitato’ ministeriale decidesse il lockdown, diversi ospedali avevano fatto presente al governo di aver raggiunto un livello di guardia nei dipartimenti per il coronavirus, specialmente nelle zone più colpite dalla pandemia.

Per quanto la valutazione della maggior parte degli israeliani sia negativa nei confronti della sua gestione della crisi sanitaria, Netanyahu resta ancora il personaggio politico ritenuto più idoneo al momento alla carica di primo ministro (32%), seguito dal nazionalista Naftali Bennett (17%). Il Likud resta inoltre il primo partito di Israele, con ampio distacco rispetto a tutti gli altri.

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