di Margherita Cavallaro

Ci sono delle certezze che noi persone Lgbt+ abbiamo: che il glitter rende tutto migliore, che ad ogni Pride ci sarà sempre uno sfigato con un cartello omofobo che nessuno si calcola, e che Disney ti deluderà sempre in fatto di rappresentazione. Quest’ultimo pilastro di certezza è sempre stata una pillola amara, soprattutto perché gran parte della forza lavoro di Disney da sempre è Lgbt, incluso il compianto Howard Ashman, paroliere per La Sineretta, La Bella e la Bestia e Aladin.

Questi artisti hanno lasciato in quasi tutti i film quello che è noto come “gay coding”, ossia inserire tematiche o personaggi Lgbt “in codice”. Ad esempio la canzone della caccia alla Bestia ne La Bella e la Bestia è stata scritta da Ashman per ricordare il panico per l’epidemia di Hiv del tempo, e Ursula era stata letteralmente modellata sulla drag queen Divine.

Oltre ad Ashman, non ditemi che nessuno di voi ha mai realizzato che gran parte di Mulan parli del problema dell’identità di genere e che Timon e Pumba sono una coppia di uomini che adotta un bambino! La Disney aveva talmente tanti dipendenti Lgbt che, durante un evento di beneficenza, Michael Eisner pare abbia confessato ad un alto esponente Apple che gli aveva chiesto perché Disney fosse indietro nel garantire gli stessi benefici di coppia ai dipendenti Lgbt, che si trattava di così tante persone che sarebbe costato troppo.

Com’è possibile allora che la Disney faccia così schifo in termini di rappresentazione? Beh, Walt Disney era un noto omofobo, e morto lui è subentrato un motivo ancora più stringente: i soldi. Si è capito che facendo qualche evento a tema per il Pride, le magliette con l’arcobaleno e facendo l’occhiolino, ma eliminando qualsiasi effettiva rappresentazione significativa dai prodotti finali, avrebbero continuato a prendere i soldi sia nostri che delle famiglie bigotte.

Arriviamo quindi al mezzo sguardo scambiato tra Letont e un ragazzo nel live action della Bella e la Bestia, alle due ragazze random che si baciamo in un frame alla fine di L’ultimo Skywalker, a Elsa che, nonostante tutte le belle mezze parole degli sceneggiatori e gli sguardi languidi scambiati con Honeymaren, in Frozen 2 ancora non ha una ragazza.

Siamo come dei cuccioli malnutriti che si emozionano per ogni briciola che cade dal tavolo. Lo sappiamo però, e la nostra rappresentazione positiva la cerchiamo su Netflix. Poi, nel mezzo di questa selva oscura che chiamiamo vita, non solo si è aperto uno spiraglio di luce, ma sono partiti i fuochi d’artificio.

Vi presento The Owl House, una serie animata attualmente in onda su Disney Channel che sta letteralmente facendo esplodere internet di gioia: animazioni incredibili, senso dell’umorismo fantastico, continue prese in giro di Harry Potter, riferimenti di altre serie e videogiochi ovunque, una protagonista latina nerd di 14 anni (Luz) spalleggiata da una spumeggiante milf affetta da una maledizione, un demone pucchosissimo, due adorabili ma emarginati compagni di scuola e una bulla che nasconde un cuore d’oro (Amity).

Premesse ottime, mi piace, continuo la visione. Luz e Amity partono male, ma ben presto imparano a capirsi e rispettarsi. Diventano quasi amiche e qualcuno fantastica, soprattutto dopo che la scrittrice dichiara ufficialmente che Luz è bisessuale, ma sappiamo di non fidarci delle parole degli scrittori. 2/3 della serie, situazione intensa, Luz abbraccia Amity che arrossisce e Internet alza un sopracciglio, ma senza troppe speranze: è un cartone su Disney Channel.

La puntata seguente è sul ballo della scuola. Luz si esibisce in un completo frac e tutù rosa. Un mostro che prende la forma della più grande paura del bersaglio rivela che quella di Amity è di essere rigettata da chi voleva invitare al ballo. Ghasp! Luz si propone come accompagnatrice di Amity ed entrambe si esibiscono in una meravigliosa danza al chiaro di luna. Tachicardia. Viene esplicitamente rivelato che la persona che Amity voleva invitare e che temeva la rifiutasse era proprio Luz! Internet è esploso.

Tutti noi spettatori Lgbt stavamo già per ascendere collettivamente ai cieli ignorando gli stolti che cercavano di dire che si trattava solo di un invito in amicizia, quando è arrivato il nuovo episodio a tema sportivo. Amity lo passa in completo “gay panic” arrossendo ogni volta che vede Luz e a malapena riuscendo a parlare in sua presenza. Corre perfino via rossa come un peperone immaginandosi in squadra con Luz, entrambe in uniforme e sudate! E parla di alcuni aspetti di Luz usando la parola con la A! Su Disney Channel! E Disney ha confermato su Twitter che la prossima stagione si svilupperà una storia tra le due!

Se non fossi a dieta avrei stappato lo spumante buono. Abbiamo fatto breccia nella fortezza dell’etero-normatività e potrei piangere di gioia! Questo 2020 finora ha fatto schifo, ma mi sta anche ricordando che il momento più buio è sempre quello che precede l’alba. P.S. Ora date una fidanzata ad Elsa!

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