Prendo atto che molti, troppi, di coloro che hanno difeso con le unghie e con i denti la Costituzione nel referendum del 2016, quello per intenderci che sconfisse con un plebiscito popolare la gioiosa armata renzian-boschiva, con al seguito Tv, Radio, Giornali e Centri Studi di Falsificazione (v. Confindustria), oggi vogliono votare contro il Referendum sul taglio di un terzo circa dei parlamentari.

Nel referendum in difesa della Costituzione si scandalizzarono che il Senato doveva essere trasformato in un dopo-lavoro a uso esclusivo dei partiti per posteggiarvi i trombati di lusso o i portatori d’acqua che mai sarebbero stati eletti se si fossero presentati col loro volto. Il Senato della Repubblica ridotto a una riserva di posti e prebende! L’obiezione più corposa, unica direi, al nuovo referendum confermativo della legge che taglia i parlamentari è che verrebbe meno “la rappresentanza democratica” senza più il rapporto diretto tra eletti ed elettori. Tenetemi forte perché mi fanno sorridere, come se gli attuali occupanti del Parlamento siano rappresentanti democratici. A me non risulta.

I promotori del no al referendum affermativo per mantenere lo “status quo”, con la loro posizione dimostrano di vivere in un altro paese, in lande gaie e ridenti carezzate dal vento, ma senza alcun rapporto con la realtà reale. Non si sono ancora accorti che negli ultimi 20 anni et ultra, la rappresentanza è andata serenamente, tranquillamente a farsi benedire (eufemismo!) perché le leggi elettorali “porcate” (© dello statista di Lorenzago: Calderoli), fatte su misura degli ultimi sondaggi o risultati elettorali, hanno sempre e sistematicamente impedito ai cittadini sovrani di scegliersi i propri rappresentanti con una conseguenza diretta: Camera e Senato, il Sacro Romano Parlamento, è stato trasformato in un covo di nominati “per grazia del principotto di turno”. Nelle finte elezioni spopolavano le liste bloccate, organizzate in modo che fossero eletti solo i fedeli al capo, cioè “i bravi del momento”, senza conquistarsi un solo voto.

È questa la rappresentanza? Sono costoro, che ancora spadroneggiano, peraltro senza nemmeno la fatica di fare finta di lavorare, da difendere? Con quale faccia e dignità? Ormai siamo passati dalla Democrazia sostanziale a quella approssimativa e puramente formale. In Parlamento non si approvano quelle poche leggi che ancora riescono ad arrivare per merito e contenuto, ma solo per schieramento e a prescindere. Il re non è solo nudo, non c’è più. Non facciamo finta di agire come se niente fosse avvenuto in questi anni.

Da quando i partiti, sarebbe meglio dire le proprietà private di signorotti interessati, sono diventati il simbolo dell’individualismo narcisistico dei capi tribù, piedistallo di un tale, cui nulla cale dell’interesse generale, ma tutto cale dell’interesse privato suo e dei suoi cari famigli, la Democrazia è finita e con essa sono collassate le Sinistre e pure le Destre. Ora esistono solo comitati d’affari, lobbies d’interesse, a volte corporative, sempre egoistiche (v. caso, storia e parabola di Berlusconi, Renzi e Salvini).

Se vogliamo difendere la Democrazia sostanziale, materiale e giuridica, è necessario ed essenziale votare Sì al prossimo referendum confermativo per l’abolizione di un terzo dei parlamentari. È l’unico modo per costringere il Parlamento a non perdere tempo e a porre mano a una seria riforma della legge elettorale che preveda l’unico modo democratico di rappresentanza: chi vuole essere eletto deve andare fisicamente a raccattare i voti, uno sull’altro, strada per strada, porta per porta, da elettore ad elettore. Solo così si garantisce il rapporto fisico tra eletti ed elettori, tra territorio e politici, ma oggi non abbiamo politici, ma solo faccendieri. Costoro siedono in Parlamento per finzione democratica: nominati dai capi in spregio allo spirito e alla lettera della Costituzione, sono i responsabili primari della decadenza della Democrazia, sobillatori dei Diritti, di fatto illegittimi (anche se formalmente legali) rappresentanti. Tagliarli (o meglio azzerarli del tutto) è il miglior servizio che si possa fare alla rappresentatività democratica parlamentare.

Qualcuno mi accuserà di qualunquismo. Bene, ne prendo atto e metto in frigo, ma coloro che disprezzano il risparmio di € 97 milioni all’anno, facciano un piccolo calcolo e avranno N. 95 mila pensioni di sopravvivenza di € 600,00 (circa la pensione minima). Sputateci sopra. Mandiamo via codesti indegni nominati, rappresentanti dei loro capi, con il messaggio che solo dopo la loro uscita, si potrà mettere mano a una legge elettorale che serva la rappresentanza democratica, diversificando le funzioni del Parlamento e facendo in modo che deputati e senatori lavorino almeno cinque giorni alla settimana. Votare SÌ per confermare la legge che taglia circa un terzo dell’intero Parlamento è un atto dovuto, serio e scelta democratica per eccellenza. Senza alcun dubbio.

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