Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia 37 anni fa, “fu un pioniere , un vero e proprio precursore e molto di ciò che oggi è patrimonio comune nella lotta alla mafia lo dobbiamo a lui“. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un videomessaggio ricorda il giudice, lanciando un messaggio anche alle nuove generazioni e sottolineando che il suo messaggio resta, ancora oggi “attualissimo”. Quando fu assassinato “era da 3 anni alla guida dell’ufficio Istruzione di Palermo e le sue intuizioni stavano già facendo molto male alla mafia”, sottolinea Bonafede, descrivendo cosa significasse lottare contro la criminalità organizzata “40 anni fa” contro “un nemico reso invisibile dall’omertà” , e contro una “mentalità che negava l’esistenza stessa della mafia”. All’epoca il contrasto giudiziario a Cosa Nostra “si esauriva in tante piccole inchieste frammentate”, evidenzia ancora il ministro della Giustizia che ricorda il ruolo centrale di Chinnici nella costituzione di un pool antimafia. “Lui capì che per contrastare un fenomeno criminale radicato e complesso sarebbe stato necessario unire le forze in maniera coordinata e condividere le informazioni in maniera unitaria”, dice. Un’intuizione da cui nascerà, appunto, “il pool antimafia”. “Chinnici comprese i legami internazionali della mafia e quelli con la politica. Andò nelle scuole per coltivare la coscienza civile delle giovani generazioni”. Per questo, ad oggi, conclude il ministro, il suo messaggio “resta attualissimo“.

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