Niente di nuovo sotto il sole dell’Autorità garante per le telecomunicazioni, il cui consiglio è stato appena rinnovato da Camera e Senato per i prossimi sette anni. Ci è voluto un anno di attesa, fra proroghe e rinvii, perché “sulle nomine delle autorità che dovrebbero essere indipendenti, si arrivasse alla solita lottizzazione politica”, ha detto Riccardo Magi dei Radicali di +Europa. Cambiano i nomi, ma tiene l’assetto sostanziale del Patto del Nazareno, nonostante il governo del cambiamento e poi giallorosso. Con una situazione di equilibrio che è fondamentale per Mediaset che sta realizzando uno dei più importanti riassetti del mondo televisivo europeo.

Fra i neoeletti spunta inatteso il nome di Enrico Mandelli, apprezzato dalla Lega e gradito a Silvio Berlusconi. In quota Pdl, è stata poi indicata Laura Aria, dirigente del ministero dello Sviluppo economico specializzata nel settore televisivo e distaccata a lungo proprio all’autorità fino a diventarne recentemente vicesegretario. Salvo ritornare al Mise in seguito a un’interrogazione del 19 giugno 2018 che segnalava come “nonostante la disponibilità di tali dirigenti” l’autorità continuasse ad avvalersi della dottoressa Aria “in posizione di fuori ruolo dal 2004”.

A completare il consiglio dell’autorità ci saranno poi il deputato Pd, Antonello Giacomelli, già sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni nei governi Renzi e Gentiloni dal 2014 al 2018. In passato vicino a Renzi, nonché anello di congiunzione nelle relazioni fra il Pd e Forza Italia.

Infine, in quota 5Stelle, il Senato ha votato la sociologa, Elisa Giomi. Quest’ultima è stata fortemente voluta dalla senatrice Alessandra Maiorino che, come lei, orbita attorno all’ Università Roma Tre. È allieva dell’ex consigliere Rai (in quota Partito comunista), Enrico Menduni ed è anche vicina al commissario Pd uscente, Mario Morcellini. “Una scelta che privilegia la competenza e il merito, a garanzia di quella indipendenza che contraddistingue l’azione delle Autorità garanti”, ha spiegato il reggente 5S Vito Crimi annunciando la candidatura della Giomi, esperta di violenza di genere.

Peccato però che l’Autorità si occupi principalmente di regolamentare il mercato di media, editoria e telecomunicazioni, oltre che dei servizi postali. È in una posizione chiave per bloccare operazioni finanziare “sgradite” come, del resto, ha testimoniato l’intervento che ha arginato il potere dei francesi in Mediaset. È strategica per lo sviluppo della banda ultralarga al centro di una delicata partita fra Tim e Open Fiber, controllata da Cassa depositi e prestiti e dall’Enel.

Per non parlare del fatto che è in prima linea sulla par condicio in tempi di campagna elettorale e può anche imporre pesanti sanzioni ai soggetti vigilati. Basti pensare alla recente multa da 1,5 milioni comminata alla Rai di Fabrizio Salini per aver violato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo. Multa poi sospesa dal Tar del Lazio.

Dopo la nomina dei componenti del consiglio, si attende ora di conoscere il nome del nuovo presidente dell’Agcom che sarebbe stato al centro dell’incontro avuto di recente da Luigi Di Maio e Gianni Letta. In pole position, ci sarebbe il vicesegretario generale della Camera, Giacomo Lasorella, fratello della giornalista Carmen Lasorella, che si è scontrata in passato con l’ex cavaliere di Arcore. In corsa ci sarebbe anche Alberto Gambino, prorettore vicario dell’Università europea di Roma, gradito soprattutto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

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