Dieci punti che vanno dalla richiesta di un maggior bilanciamento dei tempi vita-scuola-lavoro, alla necessità di garantire a tutti uguale diritto all’istruzione, ma anche parità nell’accesso alle informazioni e ai servizi, abolendo il digital-divide. Dieci punti “per costruire un futuro migliore post-Covid”. È il Manifesto “The Future We Want”, redatto dai giovani dell’Unicef, chiamati Younicef, in seguito ai risultati di un sondaggio scritto da 25 giovani e proposto a quasi 2000 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. L’agenda proposta riguarda diversi aspetti della vita, dal benessere personale a quello dei rapporti sociali, dall’ambiente alla scuola, dalla percezione di una vita in comunità alla realizzazione del proprio futuro scolastico e lavorativo, ma, sottolinea Elisa Cremona, volontaria di 18 anni di Younicef, dal testo “risulta chiara la piega che il futuro dovrà prendere per adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni che, troppo spesso, non vengono coinvolte nemmeno nei processi decisionali che li riguardano in prima persona”.
“Durante il lockdown sentimenti positivi sembravano essere stati rispolverati dagli armadi degli italiani, con mio grande rammarico però, più il tempo avanza più le persone sembrano tornare indietro su ogni passo positivo fatto”, spiega Elisa. Anche per questo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha lanciato il sondaggio. Ai giovani intervistati è stato chiesto di rispondere ad alcune domande che riguardavano proprio i temi alla base del decalogo, per comprendere, più in generale, “l’impatto che gli ultimi mesi hanno avuto sul proprio benessere e su quello dei loro coetanei e, a partire da queste riflessioni, suggerire proposte concrete per un futuro migliore”. Dai risultati, è emerso che gli adolescenti si sentono “in generale soddisfatti della loro vita, preoccupati per il benessere economico e la salute, positivi sull’ambiente e sulle relazioni sociali” si legge sul sito, nonostante i risultati superino di poco la sufficienza. Per questo, è stato stilato il successivo Manifesto, un appello in cui “i giovani italiani hanno gridato a gran voce ‘no’ davanti a un finto cambiamento, la vecchia normalità problematica mascherata da progresso sterile”, spiega ancora Elisa.
Tra i temi chiave per i giovani adulti, quindi, al centro ci sono “l’inclusione sociale per promuovere la parità e politiche green” per cercare di “costruire un avvenire accessibile e soprattutto sostenibile a lungo termine, allo scopo di promuovere salute fisica e mentale, stabilità economica anche nelle classi meno abbienti, partecipazione attiva e comune sostegno cittadino”, sottolinea Elisa. “Il Paese deve ripartire dai giovani e investire su di loro, ascoltandoli e accogliendoli nel sistema come parte integrante di presente e futuro allo stesso tempo”.
Un investimento che, però, non lasci indietro nessuno, attraverso “metodi inclusivi per educazione, salute e sport, allo scopo di incrementare la socialità e la fiducia nella comunità, attraverso sconti bonus e attività dedicate proprio alle categorie giovanili più fragili. In breve – conclude -, il futuro che vogliamo accoglie sorridendo le nuove generazioni, senza lasciare indietro nessuno”.