“La priorità è un piano industriale serio per il Paese”. E’ una voce univoca quella che si alza da Piazza del Popolo, dove sono scesi in piazza i delegati sindacali di 150 aziende in crisi per una manifestazione unitaria convocata da Fiom, Fim, Uilm. “Cosa avrei detto a Conte se fossi stato anch’io a Villa Pamphili? Gli avrei detto che il 24 dicembre scorso ero assieme a lui negli stabilimenti di ArcelorMittal e Taranto sta ancora aspettando risposte” risponde un operaio dell’Ex-Ilva. “Gli avrei detto di prestare attenzione ai licenziamenti mascherati da trasferimenti obbligati dalle aziende che spostano la produzione dicendo o trasferimento o a casa” segnala una operaia di Sasso Marconi dove un’azienda di compressori, la Fiac ha annunciato il trasferimento di un gruppo di lavoratori in Piemonte. Mentre altri chiedono “più risorse alle imprese”, insieme a una” maggior attenzione per gli incentivi perché ci sono aziende in crisi che se ne stando approfittando”. E ancora: “Conte deve abbassare le tasse sul lavoro” e approvare “leggi contro le delocalizzazioni“. Il settore auto, fortemente in crisi, è molto rappresentato in piazza. “In Italia ci sono aziende che ruotano intorno al settore auto, che hanno tecnologie e know-how leader nel mondo, ma che stanno svanendo”. E infine c’è chi propone “l’entrata temporanea dello Stato entri nell’azionariato societario”

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Operai in piazza a Roma, il lavoratore Maserati: “Privilegio essere in cassa integrazione oggi. Impiegati un mese sì e uno no”

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