Novak Djokovic ha il coronavirus. Anche la moglie Jelena è risultata positiva al tampone. Il serbo numero uno del tennis e tutta la famiglia si sono sottoposti al test: i figli sono negativi. L’Adria Tour, il torneo che Djokovic ha organizzato e che la scorsa settimana ha fatto tappa a Zara, in Croazia, è diventato in pochi giorni un focolaio di contagi tutti legati al mondo del tennis: tra domenica e lunedì infatti già Grigor Dimitrov, Viktor Troicki e Borna Coric sono risultati positivi al Covid. Non solo, perché altri due casi sono collegati alla manifestazione benefica (a porte aperte) che si è tenuta fino ad ora in Serbia e in Croazia: Kristijan Groh, allenatore che fa parte del team di Dimitrov, e Marco Panichi, preparatore atletico italiano di Djokovic. Il torneo giocato senza precauzione per il coronavirus è stato fortemente criticato da molti tennisti e anche dal numero uno dell’Atp, Andrea Gaudenzi: “Come bambini che non ascoltano i genitori”.

“Tutto quello che abbiamo fatto nell’ultimo mese lo abbiamo fatto con intenzioni sincere e con il cuore puro”, ha detto Djokovic dopo l’esito del tampone. L’Adria Tour è stato organizzato senza far ricorso alle precauzioni anti Covid-19. “L’evento è stato progettato per aiutare sia i tennisti affermati che quelli emergenti dall’Europa sud-orientale ad accedere ad alcuni match in un momento in cui i vari tour sono fermi a causa del Covid-19 – ha aggiunto il tennista serbo in una nota – Tutto è nato da una idea filantropica, volta a indirizzare i fondi raccolti alle persone bisognose. Mi ha scaldato il cuore vedere come tutti hanno risposto fortemente”.

“Abbiamo organizzato questo torneo in un momento in cui la forza del virus stava diminuendo, credendo che ci fossero le condizioni per farlo”, ha ammesso poi Djokovic nella nota. “Sfortunatamente, il virus c’è ancora e dobbiamo imparare a conviverci. Sono profondamente dispiaciuto per ognuno di questi nuovi casi. Spero che non ci siano complicazioni e che alla fine tutti stiano bene”, ha concluso il tennista serbo.

Immediatamente dopo il suo arrivo a Belgrado, Djokovic e tutta la sua famiglia si sono sottoposti al test per il coronavirus. Dai tamponi effettuati risulta che “sia lui che sua moglie sono infetti, mentre i bambini sono negativi“. Il connazionale di Djokovic, Viktor Troicki, ha dichiarato lunedì che sia lui che la moglie incinta sono stati infettati, così come il bulgaro Grigor Dimitrov e anche il croato Borna Coric, insieme agli allenatori di Djokovic e Dimitrov, l’italiano Marco Panichi e il tedesco Christian Groh. Tutti erano all’Adria Tour che Djokovic aveva ideato.

Proprio il fuoriclasse serbo numero 1 al mondo, ad aprile, si era esposto pubblicamente contro la possibilità della vaccinazione obbligatoria per gli atleti. Durante una diretta Facebook assieme ad altri atleti, il campione aveva dichiarato: “Personalmente sono contrario e non vorrei essere costretto da qualcuno a vaccinarmi per poter viaggiare. Ma se diventasse obbligatorio, cosa succederà? Dovrò prendere una decisione. Ho le mie opinioni a riguardo e se anche dovessero cambiare in futuro, non saprei”.

E anche la decisione di organizzare un torneo a porte aperte, senza rispettare quindi le precauzioni anti-contagio da coronavirus, avevano attirato le critiche nei confronti di Djokovic nei giorni scorsi. Polemiche che, però, non hanno impedito lo svolgimento della manifestazione itinerante. Solo la finale di domenica era stata annullata dopo che il bulgaro Dimitrov aveva per primo comunicato la sua positività.

L’Atp, l’associazione dei giocatori professionisti, “augura un recupero completo e rapido per i giocatori e i membri del loro staff che si sono dimostrati positivi al Covid-19 dopo il coinvolgimento nel torneo Adria Tour”. Ma, si legge in una nota, “continua a sollecitare l’adesione rigorosa al distanziamento sociale responsabile e alle linee guida in materia di salute e sicurezza per contenere la diffusione del virus”. Nel pianificare la ripresa della stagione dell’Atp Tour dal 14 agosto, l’Atp e le altre parti interessate, si legge ancora nella nota, “hanno predisposto piani esaustivi per mitigare i rischi attraverso una varietà di precauzioni e protocolli da attuare”.

“Questa situazione è come quando dici ai tuoi figli che per imparare ad andare in bicicletta devono indossare un casco. Ti dicono di no. Poi vanno in bicicletta, cadono e da lì iniziano a indossare il casco”. Il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, si esprime così in merito alle positività al coronavirus di 4 giocatori, tra cui Novak Djokovic, che hanno partecipato all’Adria Tour. “Ora sappiamo tutti che il virus si diffonde molto facilmente, quindi avremo una possibile bolla”, aggiunge Gaudenzi al ‘New York Times‘.

Articolo Precedente

Italia 90, 30 anni dopo – Azeglio Vicini, l’ultimo dei tecnici federali. La parola chiave: insegnare (non solo calcio)

next