L’inconfondibile voce graffiante di Gianna Nannini è nata da un urlo di dolore. Proprio così. È stata la stessa cantante toscana a rivelarlo durante l’ultima puntata di Domenica In. Nel corso dell’intervista con Mara Venier, Gianna Nannini ha ripercorso la sua giovinezza, raccontando di quando ancora non aveva iniziato la sua carriera nel mondo della musica e lavorava per riuscire a scappare di casa e realizzare il suo sogno.
“Il mio sogno era cantare, scrivere le mie canzoni, ma soprattutto andare in America e cercare qualcuno che mi producesse”, ha raccontato a Mara Venier. “Ma come potevo farlo senza sapere un mestiere?”. Gianna Nannini ha così lavorato in una fabbrica, come operaia alla macchina per i ricciarelli. Lì perse due falangi a causa di un incidente: ”È stato l’inizio della mia voce rock, perché con un dolore così, con l’urlo, ti viene la voce rock”.
I dettagli dell’accaduto li aveva raccontati già tempo fa in un’intervista al Corriere della Sera: “Lasciai nella macchina per i ricciarelli le falangi del medio e dell’anulare della mano sinistra. Finirono nell’impasto dei dolci, ma nessuno li ha mangiati; li ritrovarono il giorno dopo, troppo tardi per riattaccarli. Cacciai un urlo terribile, la voce roca mi è venuta allora. Poi svenni – aveva ricordato Gianna Nannini -. Al Conservatorio mi bocciarono: al pianoforte le scale venivano un po’ zoppicanti. Ridiedi l’esame con due piccole protesi di plastica e le unghie finte: lo passai. L’assicurazione versò due milioni. Mi ci pagai la fuga”.
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