Nel decimo giorno di proteste dopo la morte di George Floyd, l’America continua a scendere in piazza, ma senza più scontri e violenze. I gruppi di infiltrati hanno abbandonato i cortei, lasciandoli a cittadini che protestano pacificamente. A Los Angeles e Washington è stato revocato il coprifuoco, e ad Atlanta e Minneapolis, dove ieri sera si è svolta la prima cerimonia funebre per Floyd, in tanti hanno continuato a sfilare pacificamente. La sindaca della capitale, Muriel Bowser, in aperta polemica con Trump, ha chiesto che vengano richiamate al più presto le centinaia truppe della National Guard che il Pentagono nei giorni scorsi ha fatto arrivare come rinforzi nella capitale. E mentre il presidente fa costruire una recinzione intorno alla Casa Bianca per proteggersi dai manifestanti, il reverendo Al Sharpton, che ieri notte ha pronunciato il discorso funebre alla cerimonia per Floyd, annuncia una grande marcia a Washington per i diritti civili il 28 agosto prossimo, 57 anni dopo quella che fu guidata da Martin Luther King.

Trump e il muro per blindare la Casa Bianca – Il presidente insiste e, come ha fatto nei giorni scorsi, chiama ancora una volta “terroristi” i manifestanti dispersi lunedì sera dalle forze della sicurezza dopo che si erano riuniti in un parco vicino alla Casa Bianca. Lo fa indirettamente, condividendo su Twitter una lettera firmata dal suo ex avvocato John Dowd. E il sito di microblogging, dopo avere bollato come “potenzialmente fake” due suoi tweet nei giorni scorsi, interviene di nuovo – questa volta per violazione del copyright – disattivando un video del team della sua campagna elettorale che rende omaggio a George Floyd. In risposta alla rimozione, lo staff della campagna del presidente Usa ha accusato il social media e il suo co-fondatore, Jack Dorsey, di censurare un “messaggio edificante e unificante del presidente Trump“. Che, nel frattempo, blinda la Casa Bianca con un ‘muro che rimarrà fino al 10 giugno “per mantenerne la sicurezza e – ha spiegato il Secret Service – consentire allo stesso tempo manifestazioni pacifiche”. Ma il video che mostra la recinzione è diventato virale sui social. “Vuole costruire un muro”, quello con il Messico, per “proteggere gli americani e costruisce un muro davanti alla Casa Bianca per proteggersi dagli americani”, si legge tra i commenti. “Il sogno di Trump di costruire un muro diventa realtà”, ironizzano altri.

Al Sharpton: “Torniamo a Washington per una grande marcia” – Il reverendo ha annunciato che il 28 agosto prossimo, 57 anni dopo quella che fu guidata da Martin Luther King, ci sarà una nuova marcia per i diritti civili a Washington, precisando che in testa al corteo ci saranno i familiari di tutti gli afroamericani che sono rimasti uccisi dalla violenza della polizia. “Il 28 agosto, il 57esimo anniversario della marcia a Washington, torneremo a Washington per restaurare ed impegnarci di nuovo per quel sogno – ha detto riferendosi al discorso, ‘I have a dream’, che allora fu pronunciato da Luther King davanti al Lincoln Memorial, diventato il simbolo della lotta al razzismo -. Dobbiamo tornare e stare uniti, neri, bianchi, ispanici ed arabi nell’ombra di Lincoln e dire che è venuto il momento di fermare tutto questo”.

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