Sono molto contento, ministro Roberto Speranza, che abbia detto quello che ho letto nel decreto legge Rilancio: con gli stanziamenti previsti, i preziosissimi posti in terapia intensiva “aumentano del 115%: si passa così stabilmente dai 5.179 posti prima dell’emergenza pandemica ad oltre 11.000 posti”.

Fermo restando quello che scrivo da anni, e cioè che occorre equiparare il pubblico al privato accreditato per i servizi offerti ai cittadini che non siano solo quelli più retribuiti; fermo restando che proprio a causa di ciò siamo partiti male in Regione Lombardia davanti all’emergenza e questo ha portato a dover scegliere chi salvare o no, un po’ come entrare in una carrozza colma con i finestrini aperti e perderne qualcuno; io ora mi domando, anzi lo domando al ministro Speranza, come si possa ancora una volta prendere in giro i cittadini.

Mi spiego meglio. Se abbiamo permesso ai privati di ricevere soldi pubblici dal sistema sanitario nazionale in cambio di prestazioni e non li abbiamo obbligati a darci le stesse garanzie di equilibrio, ad esempio di terapie intensive in rapporto al numero di posti letto come ho dimostrato in un mio post recente, ora queste le vogliamo costruire con soldi pubblici negli ospedali pubblici?

Ma non le sembra, ministro Speranza, che sarebbe più equo obbligare i privati a farli oppure togliere la convenzione?

L’emergenza sta forse finendo, i morti ci sono e ci sono stati, ora facciamo altri regali ai privati. Vuole proprio distruggere il sistema sanitario nazionale, signor ministro? La prego mi risponda. E non mi dica che la sanità è regionale altrimenti le dico che occorre subito cambiare il titolo V della Costituzione, o comunque imporre semplicemente che siano rispettate le regole, seppur non scritte.

In Regione Lombardia lo sappiamo. Abbiamo sofferto e subìto il sistema formigoniano, che in questa circostanza ha fatto vedere tutte le sue lacune senza i numerosi scandali che lo hanno colpito. E’ bastato un virus che ha invaso molto duramente il nostro territorio. E permettiamo ancora a Roberto Formigoni di parlare.

Lui, condannato in via definitiva proprio per mazzette da una struttura privata accreditata. Fatelo tacere, per favore, insieme al nuovo presidente e all’assessore, che non ne hanno azzeccata una.

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