Fase 2? Coi numeri che abbiamo possiamo aprire gradualmente e con prudenza. Ma chiariamo: va mantenuto il rigore nei comportamenti, come il distanziamento sociale e l’obbligatorietà della mascherina dal 1 maggio. Non è che torniamo a come eravamo 3 mesi fa”. E’ il monito del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della sua diretta informativa settimanale su Facebook. E racconta un aneddoto a riguardo: “Qualcuno mi ha scritto chiedendomi se si poteva riprendere la movida. La mia risposta è stata semplice: ma tu sei scemo o sei buono? C’è gente che si è bevuto il cervello”.

De Luca chiarisce sulle sue dichiarazioni della scorsa settimana: “C’è stato al Nord qualcuno che ha ritenuto di aprire un dibattito del tutto sgangherato. Siamo entrati pienamente nella fase 2 della discussione politica, siamo nel pieno del chiacchierificio nazionale. Trovo tutto questo assolutamente deprimente. Ho detto semplicemente che, se qualcuno immaginava di dare il ‘rompete le righe’ all’intero Paese, la Campania si sarebbe protetta. Qualcuno ha trasformato questo in un dibattito Nord-Sud: questa è una grande idiozia. La mia – continua – era un’osservazione relativa all’aritmetica dei contagi. Ieri a Milano abbiamo registrato 1073 nuovi contagi, in Campania 44. Quindi, quando qualcuno al Nord dice che dobbiamo convivere con il virus dice una cosa assolutamente condivisibile. Ma puoi convivere con il virus se hai ridotto il contagio a una dimensione marginale e assolutamente controllabile. Ma quando hai 1070 contagi al giorno ogni volta, non devi convivere, devi combattere il virus, altrimenti questo calvario non finisce più“.

E rincara: “Mi auguro che questa abitudine nazionale di aprire polemiche nei confronti del Sud cessi prima o poi. La verità è che siamo abituati a fare polemiche ancora per forza di inerzia. C’è gente abituata a guardare al Sud solo per dare lezioni al Sud. Bisognerà che ci si convinca, anche a livello nazionale, che qualche volta le lezioni bisogna apprenderle dal Sud. Qualcuno dovrà imparare, senza aspettare che ce lo dicano i giornali degli Usa, che in qualche realtà del Sud ci sono eccellenze mondiali – prosegue – come il Cotugno per il covid, il Pascale per le cure oncologiche, e, chiedo scusa, anche la stessa Regione Campania, che realizza un ospedale modulare in 3 settimane, avendo fatto una gara pubblica: 120 posti di terapia intensiva in un ospedale vero, e non da campo. Io sono il primo a combattere quelle realtà, ancora presenti nel Mezzogiorno, in cui abbiamo amministratori locali ed esponenti di governo che producono solo chiacchiere e debiti. Ma se capita di incontrare punte di eccellenza nel Sud, si abbia l’onestà intellettuale di riconoscerlo”.

De Luca rivolge una esortazione ai campani: “Dobbiamo essere orgogliosi e vi ricordo sempre che questa prova di efficienza e di eccellenza amministrativa viene da una Regione, che è quella che riceve meno soldi di tutte le Regioni d’Italia nel riparto del fondo sanitario. E, in queste condizioni, la Campania oggi è un modello di concretezza e di rigore amministrativo. Mi fermo qui. E spero che la facciamo finta con queste polemiche francamente idiote su Nord e Sud. Dovremmo discutere di Nord e Sud, quando parliamo di spesa storica e del dovere dell’Italia di dare a tutte le Regioni le stesse risorse per ogni cittadino. Punto. – aggiunge – Credo anche che, dopo questa esperienza del coronavirus, abbiamo compreso tutti che gli ospedali sicuri sono in Campania, non da altre parti d’Italia. E quindi ci possiamo risparmiare i viaggi della speranza che facciamo 9 volte su 10 più per forza d’inerzia che per convinzione vera e, in qualche caso, più per iniziativa di un po’ di affaristi che per esigenze mediche. Comunque sia, oggi abbiamo la certezza che gli ospedali più sicuri sono qui, da noi”.

Il politico campano, poi, nello spiegare i contributi da elargire alle 90mila imprese campane e ai 235mila pensionati, fa una lunga invettiva contro la “palude burocratica”: “Circa i 2mila euro da dare alle imprese, usiamo i fondi Ue, ma abbiamo scoperto che in Italia in base a una norma del 31 maggio 2017, e quindi non varata da questo governo, prima di erogare i contributi a qualunque titolo, bisogna mettere sulla piattaforma del ministero dello Sviluppo Economico l’elenco di tutti i richiedenti, il che richiede un quarto d’ora per ogni pratica. Finiremo nel 3000. Stiamo da una settimana a fare questo manicomio – continua – C’è oggi una riunione con il ministero del Mezzogiorno, mi auguro che decidano cose ragionevoli e mi fermo per evitare polemiche anche con il ministero del Mezzogiorno. Stiamo aspettando da 4 mesi l’approvazione di una modifica del patto per la Campania. Sono soldi della Regione. Per le pensioni al minimo, stiamo lavorando con l’Inps da una settimana per evitare di portare a 1000 euro le pensioni di chi già riceve il reddito di cittadinanza. Abbiamo mandato le informazioni all’Inps, che a sua volta le inoltrerà all’autorità di controllo della privacy. L’ira di Dio. L’Italia è questa”.

E chiosa: “Quando sento parlare di garanzia della privacy, mi viene in mente l’ex ministro Federica Guidi, costretta alla dimissioni perché è stata stuprata dal sistema della comunicazione in Italia. Una donna di valore, una persona perbene, che è stata violentata nella sua vita privata. Sui giornali hanno pubblicato intercettazioni telefoniche e hanno calpestato la dignità di una persona e di una famiglia nell’indifferenza generale. Poi, per dare delle pensioni da 1000 euro, vengono a parlare di privacy. Tutto questo dovrebbe spiegare ai cittadini quanto fosse stupida la campagna d’opinione che è stata portata avanti in Italia per 15 anni – conclude – e che è stata particolarmente virulenta negli ultimi anni: quella dell’”uno vale uno”, secondo cui la politica è fatta di farabutti, di ladri e di mascalzoni e, tutto sommato, tutti sono in grado di fare tutto. Fare un lavoro politico e istituzionale significa avere padronanza della macchina amministrativa, conoscenza dello Stato, capacità di organizzazione, capacità di contemperare gli interessi in campo. E significa avere anche lo stomaco e la resistenza psicofisica per non essere distrutti dalla palude burocratica. La politica, quando è una cosa seria, è un lavoro di una fatica inimmaginabile, senza il quale una comunità non va avanti”.

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