Salvatore Mancuso si è spento a Milano nella notte tra venerdì e sabato. Il finanziere siciliano padre del fondo Equinox è stato stroncato da un male incurabile che gli era stato diagnosticato soltanto pochi mesi fa. A dare l’annuncio sulla propria pagina Facebook, il fratello Bruno, sindaco del comune messinese di Sant’Agata Militello. “Ciao fratellone, un destino infame ti ha strappato alla vita. Hai dato luce e gioia alla mia vita. Sei stato il mio faro, la mia guida. Sei stato immenso”, scrive.

Mancuso era nato a Sant’Agata di Militello nel novembre del 1949. Finanziere di fama internazionale, muove i primi passi con una gavetta in Sicilcassa per poi approdare nel mondo delle imprese. Appassionato di nautica e di mare, arriva al timone dei cantieri navali Rodriquez di cui è amministratore delegato fino alla fine degli anni ’80 e che sotto la sua guida sbarcano in Borsa, e poi riveste l’incarico di amministratore delegato alla Cameli di Genova. Nel 1994, con il primo Governo Berlusconi, viene nominato ad di Iritecna, la controllata del colosso di Stato per il settore dell’impiantistica. E poi il ritorno in banca: prima nel cda di Capitalia, assieme a Cesare Geronzi e poi alla presidente del Banco di Sicilia dove gestisce la transizione in Unicredit.

Ma la creatura di Mancuso è il fondo di investimento di diritto lussemburghese Equinox, dove riesce a costruire una grande salotto della finanza. Il fondo nasce nel 2002 e si focalizza sui settori dell’industria e ambiente, leisure e retail, trasporti e supply chain, sanità. Equinox entra in aziende come Alitalia, dove Mancuso riveste l’incarico di vicepresidente nell’era Cai, le scarpe inglesi Church’s, il gruppo Citterio. Mancuso è stato anche consigliere di amministrazione dell’Enel.

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