Quindici giorni fa sembrava folle chiedere un’ora d’aria, per i nostri bambini. E invece ora, grazie alla ministra Bonetti e alla società civile sembra proprio che una soluzione la troveremo, per far respirare i nostri bimbi e farli tornare a contatto se non con la natura, almeno con un albero. Lo stesso, forse tra un mese non sarà cosi così folle immaginare i nostri piccoli tornare – con tutte le dovute precauzioni – ad una dimensione più umana della vita. Una dimensione in cui il computer torni ad essere uno strumento, e non l’unica finestra di vita con la quale confrontarsi tutti i giorni.

E’ per questo che abbiamo chiesto in una lettera alla ministra Azzolina di ridare centralità al diritto all’istruzione e di ripensare alla scuola in modo tecnologico, come si può e deve fare, ma al tempo stesso tenendo conto delle esigenze dei più piccoli. Nel giro di poche ore, manualmente come si faceva una volta, abbiamo raccolto 2000 firme, e oggi abbiamo lanciato un vero e proprio appello per ripensare alla scuola non solo come un luogo di insegnamento ma come un posto dove la vita accade. La grande piazza della vita dei nostri piccoli, che deve e può ritornare a vivere il prima possibile. Per i più piccini, anche prima di settembre. Perché settembre, per loro, è come l’America: troppo lontana.

La nostra lettera comincia così: “i bambini, tutti i minorenni, e i loro diritti, sono stati ignorati durante tutta la fase emergenziale dalle istituzioni, e presi in considerazione solo dopo vibranti proteste e mobilitazioni”. Le scuole in Italia sono state le prime a chiudere e sembrano destinate ad essere le ultime a riaprire. Noi rivendichiamo la centralità del diritto all’istruzione e muoviamo delle richieste precise. Eccole.

1- Bilanciare il diritto alla salute con tutti gli altri diritti fondamentali, fra i quali quello all’istruzione, che non deve essere sacrificato più dello stretto necessario, ma anzi costituire obiettivo primario della ripartenza

2 – Per garantire il diritto all’istruzione al pari degli altri Paesi europei, progettare e organizzare la ripresa delle attività scolastiche in presenza almeno a settembre, e anche prima per i più piccoli

3 – Fornire un’informazione tempestiva chiara e aggiornata circa il lavoro di programmazione che il governo sta svolgendo sul tema

4 – Pianificare il prima possibile gli accorgimenti per la riapertura di tutte le scuole in sicurezza, anche in relazione alle diverse situazioni sociali ed epidemiologiche

5 – Sin dalle prossime settimane, e comunque dalla cosiddetta fase 2, riaprire i servizi educativi facoltativi alla prima infanzia, nidi e materne (l’anno scolastico per loro già correntemente si chiude a luglio), e le scuole primarie, eventualmente con gradualità (dando precedenza alle prime classi); nonché, se la situazione epidemiologica lo consentisse, prevedere, con gli opportuni accorgimenti di distanziamento (eventuali turni ecc.), la conclusione dell’anno scolastico in aula anche per le classi che concludono un ciclo (quinta elementare, terza media e maturità);

6 – Lavorare a un piano di riapertura delle scuole e degli asili adeguato ai bisogni dei bambini e degli adolescenti, e un intervento finanziario importante per garantire tutto ciò.

Stamattina la petizione ha raggiunto, online, 7000 firme, la trovate sulla piattaforma Avaaz a questo indirizzo. Potete scriverci, se siete d’accordo, a questo indirizzo email primalascuola2020@gmail.com.

Allo stesso indirizzo trovate il testo completo della lettera, che abbiamo spedito stanotte, insieme con Costanza Margiotta Filippo Benfante, Massimiliano Bernardini, Lucia Tozzi, Gloria Ghetti, Maddalena Fragnito, Luca Paulesu (che ha anche creato l’illustrazione simbolo della nostra iniziativa) e Diana Palomba.

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