Arrivano i concorsi della scuola. Come previsto dal decreto scuola di inizio aprile, la ministra Lucia Azzolina ha inviato i testi dei bandi ai sindacati, ed entro fine mese dovrebbero essere in Gazzetta ufficiale. Due le procedure previste, una straordinaria e l’altra ordinaria, 48.500 i posti in palio. Il problema, però, è come assegnarli, e soprattutto quando, perché l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’iter ma le prove potranno svolgersi solo in condizioni di sicurezza . Il Ministero vorrebbe assumere a settembre almeno i precari del concorso straordinario, ma il rischio è di non fare a tempo e di creare il caos, tra graduatorie che arrivano in corsa, possibili contenziosi e girandole di supplenti. I sindacati sono già sul piede di guerra.

CONCORSO ORDINARIO: DOMANDE IN ESTATE, PROVE IN AUTUNNO – Di questi concorsi si parla da anni. Dopo i ritardi ereditati dal passato, adesso finalmente ci siamo. Per quanto riguarda la procedura ordinaria, sarà il primo nel nuovo formato previsto dall’ennesima riforma, quella firmata Bussetti: si ritorna al vecchio concorsone aperto a tutti i semplici laureati (con unico requisito dei 24 crediti universitari in pedagogia). I posti saranno 24mila, dimezzati per far spazio alla sanatoria voluta dalla Lega. Dunque sarà un vero e proprio assalto alla diligenza. Il bando prevede una prova preselettiva nel caso in cui i candidati siano quattro volte superiore ai posti disponibili (ci sarà di sicuro), poi due scritti e un orale. I tempi sono incerti. Vista l’emergenza, il Ministero ha intenzione di allungare la presentazione delle domande, forse anche a fine luglio: le prove si svolgeranno non prima di ottobre, sperando che le condizioni sanitarie lo permettano (visto che si tratterà di riunire migliaia di candidati). Per i vincitori se ne parlerà dal 2021 in poi.

PRIMA LA SANATORIA: ASSUNZIONI GIÀ A SETTEMBRE – La novità è invece l’intenzione di provare ad assumere subito i vincitori dello straordinario. Parliamo della sanatoria rivolta ai precari con 36 mesi di servizio, che permetterà ai primi 24mila di avere un contratto indeterminato, a tutti gli altri di prendere almeno l’abilitazione (con cui avranno una corsia preferenziale per le supplenze e i futuri concorsi). Il bando prevede una sola prova, semplificata. I sindacati, sostenuti da alcune forze di maggioranza (la viceministra Pd Ascani, soprattutto il sottosegretario di Leu De Cristofaro), non vorrebbero nemmeno quella, chiedono di procedere solo con la valutazione dei titoli: su questo è in atto uno scontro durissimo.

IL RISCHIO CAOS E LE PROTESTE DEI SINDACATI – In teoria, la prova unica potrebbe essere fatta in estate, in modo da avere le liste dei vincitori in tempo. In realtà, è poco realistico pensare di avere le graduatorie già pronte a fine agosto. Il ministero sarebbe pronto a retrodatare l’assunzione, riconoscendola già dal primo settembre, anche se i precari sarebbero già tutti in cattedra come supplenti, e a quel punto bisognerebbe capire se far concludere l’anno dove sono oppure prendere il posto che gli spetta, col rischio di innescare una girandola di supplenti. Un po’ come fu nell’anno della Buona Scuola, quando le assunzioni straordinarie in pieno autunno finirono per complicare la vita agli istituti. Dal Miur assicurano che si troverà la soluzione per evitare balletti e spiegano che questo è l’unico modo per garantire almeno una parte delle assunzioni quest’anno. “È una presa in giro, la procedura così servirà solo a destabilizzare ulteriormente in una fase di emergenza”, ribatte Maddalena Gissi della Cisl Scuola. “La strada intrapresa dal Ministero è sbagliata, produrrà solo un aumento delle supplenze e ricadrà sull’intero governo”, aggiunge Francesco Sinopoli della Flc Cgil. Con i soliti ricorsi all’orizzonte e i sindacati di traverso il rischio caos è alto.

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