Le università hanno interrotto le attività. Ci sono lezioni ed esami orali, online, così come le sedute di laurea a distanza. Ma le prove scritte ed i tirocini sono sospesi, così come le ricerche, con biblioteche ed istituti chiusi. In compenso, l’Agenzia nazionale della valutazione dell’Università e della Ricerca é ostinatamente al lavoro. Per garantire una valutazione basata su criteri che hanno provocato diverse critiche, anche nel passato recente e dalla quale, in ogni caso, dipende la sorte non solo di singoli dipartimenti, ma di interi atenei. Su quei criteri si gioca l’assegnazione di risorse e personale per i prossimi anni.

Proprio in questi giorni, sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia ci dovrebbero essere gli anni accademici 2015-2019, per i quali sono emerse difficoltà fin dall’inizio della procedura. Le indicazioni contrastanti del Ministero dell’Università e dell’Anvur avevano suscitato forti perplessità da parte di molti addetti ai lavori, al punto da suggerire una revisione del Decreto Ministeriale con le linee guida e, quindi, un nuovo bando applicativo da parte dell’Anvur. La pandemia, che ha quasi fermato il Paese, finora non sembra aver arrestato il cronoprogramma che l’Agenzia ha approvato lo scorso 25 marzo, con piccoli scostamenti dal calendario originario. Sufficienti nelle intenzioni dell’Agenzia per procedere alla progettata valutazione prima che sia emanato l’annunciato Decreto.

“Il mondo può crollare, ma la valutazione deve andare avanti. A costo di valutare una realtà ferita e azzoppata e di distrarre l’università dalle tragiche urgenze relative ai suoi compiti prioritari”, ha scritto Paolo Liverani, Presidente della Consulta universitaria di Topografia antica. Una posizione condivisa con le altre Consulte universitarie di Antichistica, quella di Storia dell’Arte e diverse Società scientifiche, e con il Consiglio Universitario Nazionale, che ha chiesto l’intervento sulla questione del Presidente Conte. Dopo aver chiesto, nella sessione del 2 aprile scorso, “di sospendere e rinviare all’anno 2021 l’esercizio di valutazione della qualità della ricerca (VQR 2015-2019) in ragione della drammatica situazione di emergenza in atto legata al Covid-19, al fine di consentire agli Atenei di profondere il massimo sforzo per superare le difficoltà relative alla organizzazione e al mantenimento delle attività istituzionali”. Insomma, una condivisa contrarietà. Motivata anche da un’altra circostanza: la sospensione, decretata dal Tar del Lazio il 25 marzo, della nomina a Presidente dell’Agenzia di Antonio Felice Uricchio. Che rimane abilitato a trattare solo l’ordinaria amministrazione. Ne consegue che il cronoprogramma dovrebbe ritenersi sospeso. “È importante che il processo di valutazione sia sia rimandato, in attesa di un ritorno alla normalità. Il Ministro provvederà a predisporre il nuovo Decreto”, ha dichiarato l’Ufficio Stampa a Ilfattoquotidiano.it. Sembra proprio che l’iniziativa dell’Anvur sia destinata a non avere un esito felice.

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Università, al ministro e ai rettori: i docenti non sono ‘droni’ della didattica. Le lezioni online sono una pallida alternativa

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