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Coronavirus, la ‘teoria’ dell’arcivescovo cingalese: “Frutto di una sperimentazione da parte di una nazione ricca e potente”

Il signor Malcolm Ranjith, arcivescovo emerito dello Sri Lanka, elevato a cardinale nel 2010, si lancia in una disamina personalissima sulle origini del Covid-19, lo scorso 15 marzo a margine di una serie di misure draconiane adottate dal governo cingalese per porre argine al possibile contagio

di Davide Turrini

Il Coronavirus? Creato in laboratorio da una nazione ricca e potente“. Parola di arcivescovo. Proprio mentre su Nature Medicine viene pubblicato uno studio internazionale che afferma il contrario, enumerando una lunga serie di “prove” scientifiche, il signor Malcolm Ranjith, arcivescovo emerito dello Sri Lanka, elevato a cardinale nel 2010, si lancia in una disamina personalissima sulle origini del Covid-19. “Il coronavirus è il frutto di sperimentazioni da parte di una nazione ricca e potente – ha spiegato l’arcivescovo lo scorso 15 marzo a margine di una serie di misure draconiane adottate dal governo cingalese per porre argine al possibile contagio. “Alcuni virus di cui parliamo in questi giorni sono il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. Dobbiamo mettere al bando questo tipo di sperimentazioni che portano al risultato della perdita di vita e causano dolore e sofferenze a tutta la umanità”. Ranjith ha poi specificato che queste ricerche si realizzano non tra persone nei paesi poveri ma “in laboratori di paesi ricchi”: “Produrre queste cose è un crimine molto serio per l’umanità. Chiedo al Signore di arrivare a rivelare chi ha seminato questo veleno. Penso che le Nazioni Unite debbano attivarsi per capire come è nato tutto questo incidente e castigare i responsabili. Queste ricerche dovrebbero essere proibite”.

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