Abita a Codogno, è originario di Castiglione d’Adda e lavora a Casalpusterlengo. Sono questi i tre Paesi del Lodigiano in cui si è spostato il 38enne risultato positivo al coronavirus: è lui il cosiddetto “paziente uno“, il focolaio dell’epidemia che per ora ha portato a 6 casi di contagio. Non a caso, i tre Paesi sono stati “isolati” dalla Regione Lombardia che ha chiesto alla cittadinanza di “restare a casa”. I possibili contatti però si estendono anche alla provincia di Piacenza: lavora alla Mae di Fiorenzuola d’Arda il manager rientrato dalla Cina il 21 febbraio che all’inizio di febbraio ha cenato con il 38enne di Codogno e che potrebbe averlo contagiato.

Il lavoro alla Unilever – Da questa mattina le autorità sanitarie stanno cercando di ricostruire gli spostamenti del 38enne dai primi di febbraio fino al 18, il giorno in cui si è presentato per la prima volta al pronto soccorso. Solo dopo il secondo ricovero, il giorno successivo, e le insistenti richieste dei medici, la moglie ha confessato dell’incontro avvenuto tra il marito e il manager rientrato dalla Cina. Nel frattempo l’uomo ha continuato ad andare regolarmente a lavoro alla Unilever a Casalpusterlengo, dove ora vengono sottoposti ai test tutti i dipendenti che hanno avuto un contatto con il 38enne. Sono passati 16-18 giorni tra il possibile contagio e l’arrivo al Pronto soccorso.

Il corso e la partita di calcio – L’uomo però nel frattempo ha avuto un’attività sociale molto attiva, tra cui almeno tre cene. Sabato scorso aveva partecipato a un incontro di formazione per il primo soccorso della Croce Rossa a Codogno, aveva giocato una partita di calcio con il Picchio di Somaglia e pare abbia partecipato a una gara di podismo sul territorio. Uno dei contagiati è proprio una persona che aveva fatto sport con il 38enne. I sanitari stanno inoltre cercando di ricostruire cosa abbia fatto e chi abbia incontrato in questi ultimi giorni la moglie, che da quanto accertato al momento sembrerebbe però aver avuto meno contatti del marito.

La mezza maratona del 2 febbraio – Il 2 febbraio il 38enne aveva partecipato a una mezza maratona a Santa Margherita Ligure e il 9 aveva corso a Sant’Angelo Lodigiano con la sua squadra, come racconta all’ANSA il presidente dell’associazione. “Quando abbiamo capito che la persona contagiata era lui, stamani ho chiamato il 112 e mi hanno chiesto se stiamo tutti bene, dicendoci che verranno a casa a farci il tampone. Stiamo tutti e bene e siamo tutti a casa, ho fornito nomi di tutte le 40 persone che sono state a contatto con lui e aspettiamo di essere contattati”. Il 38enne domenica 16 avrebbe dovuto partecipare a un’altra gara “ma non si è presentato perché aveva già qualche linea di febbre, io ho saputo ieri che era in ospedale con la polmonite, poi è venuto fuori il coronavirus perché la moglie si è ricordata che aveva avuto contatti con una persona tornata dalla Cina, ma fino a due giorni fa non avevano mai pensato alla possibilità di contagio”. Anche la moglie del 38enne è una sportiva: “Corre con noi ma in questo momento è ferma perché incinta”. Domenica prossima la squadra dovrebbe partecipare a un’altra gara, ma ha deciso di non presentarsi.

L’ospedale di Codogno – All’ospedale di Codogno gli accessi al Pronto soccorso e le attività programmate sono interrotti. Anche i medici, gli infermieri e i pazienti dell’ospedale di Codogno vengono sottoposti al tampone per verificare eventuali positività al coronavirus. I reparti interessati dagli accertamenti sono anche la terapia intensiva e la medicina interna – ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera – mentre gli altri funzionano normalmente”. È in isolamento domiciliare volontario l’infermiere triagista piacentino che ha accolto il paziente 0 al Pronto Soccorso di Codogno, dove sono ricoverati gli altri 4 contagiati gravi.

Il ‘paziente zero’ è “rientrato con altri due” – La Ausl di Piacenza ha avviato verifiche e controlli anche sul territorio emiliano: l’amico rientrato dalla Cina con cui il paziente 38enne è uscito a cena lavora infatti per la Mae di Fiorenzuola d’Arda, azienda – oggi chiusa – specializzata in impianti per fabbricazione di fibre sintetiche e polimeri per l’edilizia. È un manager che normalmente trascorre la maggior parte dell’anno in Cina, con limitati periodi in Italia. È tornato tra il 21 gennaio e non ha mai avuto sintomi, ma potrebbe aver comunque contrattoil coronavirus. “Il paziente indice, sta bene e in questo periodo non ha mai lamentato i sintomi e al momento non ha contratto il coronavirus”, ha detto in conferenza stampa a Milano Gallera. “È rientrato il 21 di gennaio dalla Cina assieme ad altre due persone che abbiamo fatto rientrare proprio a causa della situazione venutasi a creare nel paese. Ma non ha mai avuto problemi, non ha mai manifestato sintomi di alcun genere. E’ sempre stato bene”, ha affermato all’Adnkronos Marco Rovellini, presidente di Mae Spa, aggiungendo di “non capire cosa centri il suo collaboratore con il contagio.

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