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Decapita la sua ex suocera e lascia la testa nel lavandino della cucina: “Volevo liberare l’anima dal corpo”

Nell'udienza del processo di primo grado che i è tenuta giovedì 7 febbraio, come riferisce l'Abc, si è ricostruito quanto accaduto: la vittima si era recata a casa dell'ex fidanzata del figlio per recuperare alcuni oggetti che lui aveva lasciato da lì al momento della rottura, portando con sé anche il nipotino di 9 anni

di F. Q.

Ha decapitato la madre del suo ex fidanzato e poi ha lasciato la sua testa mozzata nel lavandino della cucina perché voleva “liberare la sua anima dal corpo”. Per questo Rachael Hilyard, 38 anni di Wichita, nello stato del Kansas, Stati Uniti, è a processo con l’accusa di omicidio per la morte di di Micki Davis, 63 anni, avvenuto il 9 aprile del 2017. Nell’udienza del processo di primo grado che i è tenuta giovedì 7 febbraio, come riferisce l’Abc, si è ricostruito quanto accaduto: la vittima si era recata a casa dell’ex fidanzata del figlio per recuperare alcuni oggetti che lui aveva lasciato da lì al momento della rottura, portando con sé anche il nipotino di 9 anni.

È stato il procuratore distrettuale della contea di Sedgwick, Marc Bennett, a ricostruire nel dettaglio cosa è successo quella sera di quasi tre anni fa: le due donne hanno incominciato a litigare e, mentre il bambino si era allontanato per chiamare aiuto, Rachael Hilyard ha preso un coltello da bistecca e ha colpito l’ex suocera. Essendosi spezzata la lama del fendente, la donna ne ha preso un altro e ha “finito ciò che aveva cominciato“. Quando la polizia è arrivata sul posto, per la 63enne non c’era più nulla da fare: gli agenti hanno trovato il corpo decapitato dell’anziana nel garage della casa, mentre la testa era nel lavandino della cucina. Rachael Hilyard invece, si era nascosta nel bagno.

La donna è subito stata arrestata e ha ammesso di aver agito in preda a un raptus, ma ha provato a giustificarsi dicendo di aver tagliato la testa alla ex suocera perché, convinta che fosse morta, voleva liberare la sua anima dal corpo. Anche il suo avvocato, Quentin Pittman, ha riconosciuto che la sua cliente ha ucciso effettivamente la donna ma ha spiegato che non era un atto premeditato, fatto necessario negli Stati Uniti per una condanna per omicidio di primo grado: “Pensava che fosse morta quando l’ha decapitata. Quindi siamo in presenza di cattive decisioni dalle tanto orribili conseguenze”, ha detto durante il processo. La sentenza è fissata per il prossimo 27 marzo.

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