Prendo spunto dalla trasmissione Ottoemezzo su La7 del 17 dicembre 2019, dove ho ascoltato le parole di Diego Della Valle che ha fatto un appello pubblico agli imprenditori italiani perché si mobilitassero nel sociale per aiutare chi ha bisogno. Ottima cosa, ma io resto enormemente preoccupato di questa “invasione” dei privati nel campo dell’assistenza – in particolare quella sanitaria. Ma andiamo con ordine.

Poniamo che, come in molte realtà già accade, le aziende continuino a investire quote di stipendio, e di loro contributo, per assicurare ad esempio una assistenza sanitaria integrativa con altre aziende private, in questo caso assicurative. Le aziende scaricano la spesa che sostengono, le assicurazioni sono contente, il cittadino paga la quota di sua spettanza per l’assicurazione privata e quella pubblica (il gabbato) e il Sistema Sanitario piano piano viene smantellato dalla minore quota che riceve dalle aziende come tasse, scaricando la quota capitale assicurativa, e dalla competizione con il privato.

Ma questo welfare aziendale in realtà già esisteva prima del 1978, quando solo i cittadini con un lavoro dipendente erano coperti, per le necessità di salute, con le casse mutua. Vogliamo tornare a quel periodo?

Come dice Felice Roberto Pizzuti, professore ordinario e direttore del master in Economia pubblica alla Sapienza di Roma: “Lo scambio delle prestazioni del welfare occupazionale col salario monetario, mentre alle imprese (oltre a fidelizzare i dipendenti) frutta sgravi fiscali e contributivi che circa dimezzano il costo delle prestazioni, per i lavoratori implica una corrispondente riduzione della pensione pubblica e del trattamento di fine rapporto”. L’utilizzo di aumenti contrattuali pagati tramite fondi defiscalizzati che i dipendenti utilizzano soprattutto per la sanità privata tolgono poi risorse alla sanità pubblica, stimati in oltre 2 miliardi.

Tutto ciò è chiaro da tempo ormai, ma è camuffato come un beneficio per il lavoratore, mentre io propongo che le grosse aziende, che sono brave e fanno grossi utili, invece di “scaricare” i soldi spesi per il welfare aziendale dovrebbero donare, e scaricarsi, parte dei loro utili al welfare statale e in particolare per le spese sanitarie per salvare il Sistema Sanitario Nazionale, invece di dare supporto ad altre aziende private assicurative!

#salviamoilnostrosistemasanitarionazionale con il #welfarestatale!

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