“Comincia il processo ai responsabili di anni di processi a vuoto. Per noi ha un valore enorme. Mentre questa famiglia, vittima di questa vicenda, soffriva e spendeva ogni energia, da un istante dopo la morte di Stefano c’era qualcuno, i generali oggi sul banco degli imputati, che già sapevano tutto. Ma invece di stare al nostro fianco, misero in atto terribili depistaggi, scrivendo a tavolino conclusioni medico legali sulla morte che condizionarono tutti quei processi”. A rivendicarlo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, a margine dell’udienza per il processo sui depistaggi, a Roma. Imputati sono il generale Alessandro Casarsa all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, insieme ad altri 7 carabinieri, tra i quali Lorenzo Sabatino, che ai tempi ricopriva il ruolo di comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Le accuse verso gli otto carabinieri variano, in base alle posizioni singole, dal falso al favoreggiamento, fino a omessa denuncia e calunnia.

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Stefano Cucchi, due carabinieri imputati per il depistaggio chiedono di costituirsi parte civile: “Pure noi vittime, subìto ordini dei colleghi”

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