“Questo non è un processo all’Arma, ma a cinque carabinieri traditori che nel 2009 violarono il giuramento di fedeltà alle leggi e alla Costituzione, tradendo innanzitutto l’Istituzione di cui facevano e fanno parte”. A rivendicarlo, nell’aula bunker di Rebibbia durante la fase conclusiva della requisitoria, il pm Giovanni Musarò nel processo per la morte di Stefano Cucchi. Un riferimento, quello del tradimento, anche per gli altri carabinieri accusati del depistaggio nell’altro processo: il generale Alessandro Casarsa, il colonnello Francesco Cavallo, il tenente colonnello Luciano Soligo, il luogotenente Massimiliano Colombo Labriola e il carabiniere Francesco Di Sano. E ancora, Musarò ha ricordato come i depistaggi abbiano raggiunto “picchi inimmaginabili, da film dell’orrore

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Cucchi, il pm: “Non è un processo all’Arma ma a cinque carabinieri traditori”. E chiede 18 anni per i due autori del pestaggio

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