Debutto record alla Borsa saudita per il gruppo petrolifero Saudi Aramco. Il giorno dopo l’ammissione alle contrattazioni, il prezzo del titolo è scattato a 10,32 dollari portando la sua valutazione di mercato a quota 2.000 miliardi di dollari, più del pil italiano, la cifra a cui ha sempre ambito il principe Mohammed bin Salman. Aramco ha superato di quasi 1.000 miliardi il valore di colossi come Apple e Microsoft. E con questa maxi-quotazione la Borsa saudita si inserisce tra i primi dieci mercati del mondo.

L’ipo di Aramco ha anche ha battuto il precedente record, registrato nel 2014 quando il gruppo dell’e-commerce cinese Alibaba era sbarcato sul listino di New York raccogliendo 25 miliardi di dollari. Nei piani della famiglia reale saudita l’operazione deve finanziare un ampio piano di riforme in grado di diversificare l’economia saudita finora in gran parte dipendente dall’esportazione di greggio, mentre le entrate generate dalla quotazione dovranno essere iniettate in megaprogetti infrastrutturali.

Alcuni analisti però definiscono la valutazione attribuita a Saudi Aramco “una vana vittoria”. In particolare, Ellen Wald, direttore generale di Transversal Consulting ha sottolineato che “non solo la domanda estera ma anche quella locale, da parte degli investitori retail, alla fine non è stata all’altezza delle aspettative del regno saudita. Gli investimenti sono stati quasi interamente locali e non sono arrivati da altri paesi, così come l’eccesso delle sottoscrizioni non è stato significativo”. Addirittura, secondo Wald il governo saudita ha creato la domanda: “Si apprende che a puntare sull’Ipo di Saudi Aramco sono stati gli alleati di Riyad Kuwait e Emirati Arabi Uniti, con il Kuwait Investment Authority e Abu Dhabi che avrebbero, secondo alcune fonti, investito tra 1 miliardo e 1,5 miliardi nella scommessa di Aramco”, rivela Wald.

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