La battaglia politica e non solo sull’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione continua, ma sembra allontanarsi la rottura tra gli alleati di governo. Da lunedì inizia lo sciopero dei penalisti: cinque giorni di astensione (e chissà quanti processi si prescriveranno per questo) e una maratona oratoria davanti alla Cassazione. Ma oggi è la politica che continua a occuparsi della riforma che entrerà in vigore a gennaio. “A me sembra che siamo tutti d’accordo e che però alla fine si continui a tenere in stallo una situazione che invece andrebbe sbloccata” ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando a margine del suo intervento al 34° congresso nazionale dell’Anm in corso a Genova.

“Ho ascoltato le ultime dichiarazioni anche di esponenti del Pd e mi risulta che ci sia non tanto un riferimento alla prescrizione ma alla necessità ancora una volta di agire sulle norme per garantire la velocità del processo. Continuo a dire queste norme ci sono nel progetto di riforma che ho scritto insieme a magistrati e avvocati e che ho portato all’attenzione della maggioranza due mesi fa. Vogliamo lavorare per migliorare quello? – ha chiesto il Guardasigilli – È da due mesi che sono in attesa che arrivino contributi di questo tipo. E sono disposto a lavorarci ancora e ancora di più. Ma ritengo sinceramente che il 1 gennaio con l’entrata in vigore della legge sulla prescrizione ci sarà una legge di civiltà”. E quello del Guardasigilli sembra un riferimento diritto al capo politico dem che ieri ha detto: “Noi diciamo che accanto alla prescrizione bisogna garantire i tempi certi e brevi del processo. Se questo si ottiene noi non facciamo nessun problema. Bisogna solo ascoltarsi che è la cosa più bella che si possa fare fra alleati”.

E così oggi a chi ha chiesto come reagirebbe a un asse Pd-FI che andasse contro la legge di prescrizione il ministro della Giustizia ha risposto: “C’è stata un’epoca in cui il centro sinistra è stato fortemente contrario a Berlusconi proprio sulla riforma della prescrizione. Mi auguro che non accada. Poi ciascuno fa quello che vuole ma sentire dire in giro che c’è una possibilità che il centro sinistra voti proprio facendo asse con Forza Italia e con Berlusconi mi fa pensare. Ma ritengo che ci siano margini per trovare una soluzione“. Bonafede ha poi aggiunto: “Non ragiono con il sè e soprattutto non mi piace questo continuo riferimento a far saltare il governo. Noi siamo al governo per lavorare per i cittadini. Ciascuno si prende le responsabilità politiche delle proposte che porta avanti” ha detto – Dall’altra parte c’è stata una apertura al confronto. Io ai tavoli ho sempre portato delle nuove proposte però ritengo che se ci voltiamo indietro a vedere quel che è stato nel passato troviamo un vicolo cieco. Invece guardiamo avanti, abbiamo praterie di lavoro possibili insieme“.

In effetti Forza Italia ci aveva provato la settima scorsa tirare per la giacchetta i dem presentando un ddl, a firma dell’azzurro Enrico Costa, per bloccare l’entrata in vigore della riforma e facendo un appello diretto al Pd. E il Pd sembrava aver risposto favorevolmente: in una nota si evidenziava che le rassicurazioni del ministro della Giustizia non erano “soddisfacenti”. “Le garanzie proposte dal ministro Bonafede per assicurare processi rapidi e con tempi certi non sono soddisfacenti. Ribadiamo quindi l’invito a rinviare l’entrata in vigore della nuova prescrizione – aveva dichiarato Michele Bordo, vice capogruppo del Partito democratico alla Camera – Per noi la riforma dei processi e le norme sulla prescrizione non possono non essere affrontate assieme. È davvero senza senso l’idea di procedere con l’abolizione della prescrizione senza prima aver verificato gli effetti prodotti dalla riforma della giustizia sulla durata dei processi. È stato lo stesso ministro Bonafede, d’altronde, ad affermare che il nuovo processo scongiurerà l’utilizzo della prescrizione. Se è così per quale ragione allora teme il suo rinvio? Per noi, comunque, la priorità continua ad essere la durata ragionevole dei processi perché i cittadini hanno diritto ad avere dalla giustizia una risposta in tempi rapidi. Continueremo a lavorare su questo obiettivo nei prossimi giorni. Ma sarebbe il caso che il M5s non continui a tirare troppo la corda anche su questo tema”. E anche altri autorevoli esponenti si erano espressi. Ieri invece è arrivata l’apertura al dialogo da parte del segretario Zingaretti.

Oggi anche l’Anm, che ha incassato la promessa del Guardasigilli che è stato escluso il meccanismo del sorteggio del Csm, sembra lasciare aperto uno spiraglio: riforma della prescrizione sì ma non svincolata “dall’insieme di riforme strutturali necessarie”, altrimenti si rischia di produrre “squilibri complessivi” che “sarebbe errato attribuire alla riforma in sé e alla sua ratio ispiratrice. È oggi compito della Politica trovare un punto di equilibrio tra irrinunciabili riforme organiche di un sistema complesso, sapendo percorrere vie come il significativo potenziamento di riti alternativi” ha detto il presidente dell’Anm Luca Poniz, aprendo il congresso.”Tutte le soluzioni possono andare bene ma il problema è quello di non creare squilibri. L’entrata in vigore della prescrizione senza che vi siano dei provvedimenti che possono oggettivamente accorciare i tempi dei processi può creare squilibri” come per esempio “un aggiungere una mole di lavoro soprattutto negli uffici delle corti di appello, che in questo momento sono in grande sofferenza” ha detto David Ermini, vicepresidente del Csm.

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