Da Genova a Ventimiglia le frane non si contano più, mentre il crollo di una porzione di viadotto della A6 Torino-Savona, riporta alla mente la sciagurata mattina d’estate in cui è crollato il Ponte Morandi. È il racconto di un territorio fragile, reso ancora più fragile dall’incapacità di gestire le risorse finanziarie messe a disposizione: 41 milioni erogati per la Liguria a fronte dei 275 previsti dal Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane, nato nel 2015 nell’ambito del Piano operativo nazionale, per assicurare l’avvio degli interventi più urgenti. La causa: ritardi nella presentazione di progetti cantierabili. Il piano è costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio idrogeologico, con un costo stimato di circa 1.2 miliardi di euro. E ha interessato diverse regioni d’Italia. C’è scritto anche questo nell’indagine della Corte dei Corti sul Fondo progettazione contro il dissesto 2016-2018, pubblicata il 31 ottobre 2019 e della quale IlFattoQuotidiano.it ha già parlato segnalando, come fatto dai giudici, che le risorse effettivamente erogate alle Regioni italiane dal 2017 alla fine del 2018 rappresentano solo il 19,9% dei 100 milioni di euro in dotazione al fondo in questione.

I FINANZIAMENTI EROGATI DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE – Per quanto riguarda il Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane (diviso in una parte già finanziata e in una ancora in fase di programmazione), alla data del 21 maggio 2019 i dati forniti dal MATTM, sui 36 interventi già finanziati in sette regioni italiane, parlano chiaro. Soprattutto quelli della Liguria a cui dovevano andare 275 milioni, ma ne restano oltre 233 ancora da erogare. Ma la regione è in buona compagnia, pur essendo tra quelle che avevano già presentato progetti cantierabili, al contrario di quelle, soprattutto al Sud, che non avevano potuto contare su risorse statali perché l’elaborazione dei progetti era ancora in corso, nonostante le aree coinvolgessero “un’alta percentuale di popolazione esposta al rischio idrogeologico”.

LE RISORSE FERME, REGIONE PER REGIONE – Basti pensare che gli importi da erogare alla Lombardia, altra regione che era stata in grado di presentare progetti, ammontavano a più di 112 milioni di euro, ma sono stati effettivamente erogati solo 16,8 milioni, con una differenza di oltre 95 milioni. Quella tra quanto previsto (104 milioni) e quanto ricevuto (15,6 milioni) dalla Regione Veneto ammonta a circa 88 milioni di euro. E mentre in Toscana sono stati erogati 9,6 milioni su oltre 64 milioni assegnati (con un importo residuo di 54,6 milioni), in Abruzzo su 54,8 milioni ne sono arrivati solo 8,2 (46,5 milioni di euro l’importo ancora non erogato). Infine, mentre alla Sardegna sono stati erogati appena 2,4 milioni dei 16,3 previsti, all’Emilia ne sono stati erogati 20 su 27 milioni di euro previsti. Tra l’altro, proprio l’Emilia Romagna è stata l’unica regione (a giugno 2018) a ricevere le prime cinque tranches, mentre alle altre cinque (Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana, Abruzzo e Sardegna) è arrivata solo il primo anticipo del finanziamento, corrispondente al 15 per cento delle risorse spettanti, per un importo complessivo (per tutte e sette le regioni) di 114,4 milioni di euro, che hanno così esaurito le risorse di bilancio del MATTM pari a circa 96 milioni.

IL FONDO PROGETTAZIONE – Per quanto riguarda il Fondo progettazione finito sotto la lente della Corte dei Conti è stata erogata dal MATTM solo la prima tranche del 26% dell’importo richiesto da ciascuna Regione, mentre resta bloccata la seconda parte, pare al 47%. Questo perché nessuna Regione ha completato le progettazioni finanziate. Non solo: i giudici hanno segnalato che “il Fondo progettazione rappresenta una quota minima rispetto all’entità complessiva delle risorse necessarie a realizzare le opere, pari a 2,4 miliardi di euro stimati al 23 dicembre 2018”. La conseguenza? “In Liguria – scrive la Corte dei Conti – tre opere hanno ricevuto risorse con il Fondo progettazione”. Si tratta del canale scolmatore del torrente San Siro e Magistrato a Santa Margherita Ligure, opera da 33 milioni di euro che verrà progettata con 621mila euro, dei lavori di messa in sicurezza idraulica del Rio Fasceo e del Rio Carendetta ad Albenga e del secondo lotto per la sistemazione idraulica del Rio Migliarese.

In totale la Regione, che tra il 2016 e il 2018 ha contatto tre alluvioni, dovrebbe ricevere 39,4 milioni di euro, ne sono stati assegnati 715mila euro, ma sono stati effettivamente erogati appena 186mila euro. Anche l’Emilia ne fa le spese con 18 alluvioni nel triennio in questione. Sono arrivati 662mila euro su 2,5 milioni (oltre 162 quelli che dovrebbe ricevere dal Fondo). In Lombardia (15 alluvioni, 5 frane e tre valanghe) sono stati erogati 800mila euro su 3 milioni (57 quelli previsti). Per non parlare delle regioni del Sud e le isole, le più colpite da questi eventi. Dalla Puglia (32 alluvioni, 26 frane e un cedimento di costa), che ha ricevuto solo 2,9 milioni su 11,4 già assegnati (dei 405 milioni finanziati), alla Sardegna (18 alluvioni e 5 frane) che ha incassato 3 milioni su 11,7 (dei 421 che dovrebbe ricevere) e alla Sicilia (14 alluvioni, 48 frane, 10 cedimenti di costa) a cui spetterebbero 357 milioni, ma che ne ha ricevuti appena poco più di 4 (dei 16 assegnati).

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