Oggi, giovedì 14 novembre 2019, si celebra la giornata mondiale del diabete, istituita dall’International diabetes federation (Idf) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 1991. A questa giornata è stata data l’importante responsabilità di sensibilizzare le persone verso una patologia molto diffusa nel nostro paese: i dati Istat risalenti al 2016 infatti possono confermare che la prevalenza del diabete mellito è pari al 5,3%, ovvero 3 milioni di italiani.

Ricordiamo brevemente che il diabete mellito è una patologia caratterizzata da un difetto nella produzione o funzionalità dell’insulina che determina un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Dettagliatamente, quello che accade potrebbe riguardare o una mancanza di risposta all’insulina da parte delle cellule dell’organismo, o una carenza nella produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina è fondamentale per la nostra sopravvivenza poiché è grazie a questa che il glucosio, che assimiliamo tramite il cibo, si trasforma in “carburante” per i muscoli e gli organi.

L’Oms ha effettuato una classificazione della patologia, identificandone due forme più comuni, il diabete mellito di tipo 1 e il diabete mellito di tipo 2, aggiungendo poi il diabete gestazionale o gravidico e un altro gruppo eterogeneo che riguarda forme più rare. Le due forme più frequenti, il diabete mellito di tipo 1 (che riguarda circa il 10% dei casi), e il diabete mellito di tipo 2 (che riguarda circa il 90% dei casi) si differenziano in base all’eziopatogenesi, all’età di insorgenza, alla sintomatologia di esordio, alle strategie terapeutiche e alla possibilità di prevenzione primaria.

Dopo alcuni anni il diabete mellito può comportare anche delle problematiche della sfera sessuale, le cui cause derivano sia dalla condizione fisiologica alterata, sia dalle ricadute psicologiche legate alla patologia. Infatti le persone che scoprono di essere ammalate possono sviluppare un vissuto di ansia, fragilità e tristezza in relazione alla condizione di malattia cronica.

Per quanto riguarda la popolazione diabetica maschile, la disfunzione erettile (De) risulta essere la problematica sessuale più comune che assume particolare importanza poiché è considerata un campanello d’allarme per patologie cardiovascolari. Date le numerose evidenze empiriche della relazione fra De e patologie cardiovascolari, è importante che questa sintomatologia sessuale non venga sottostimata. Infatti, la terapia di un paziente diabetico che lamenta De deve avere come primo approccio lo stretto controllo della patologia e delle sue complicanze. Fra le altre problematiche sessuali maschili è possibile riscontrare alterazione del riflesso eiaculatorio e disturbo del desiderio sessuale ipoattivo.

Nella popolazione femminile i disagi sessuali riguardano il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo, la ridotta lubrificazione vaginale e il dolore durante la penetrazione. È possibile rilevare un abbassamento del desiderio sessuale soprattutto durante i sintomi d’esordio della patologia, in particolare in associazione alle sensazioni di stanchezza e apatia, collegate a un basso controllo glicemico.

Per quanto riguarda la mancata lubrificazione, essa sembra essere la conseguenza dello scarso affluire del sangue nella vagina, oltre alla presenza di bassi livelli di estrogeni nella donna diabetica. In riferimento al dolore vaginale invece, la causa potrebbe essere la presenza di infezioni vaginali dovute allo scarso controllo glicemico, le quali possono provocare dolore durante la penetrazione e quindi difficoltà nel rapporto.

Concludendo, possiamo affermare che è di fondamentale importanza non trascurare le sintomatologie sessuali delle persone affette da diabete mellito. L’attenzione alla sessualità dei diabetici può aiutare non solamente nella formulazione di diagnosi di patologie anch’esse gravi (come nel caso delle malattie cardiovascolari negli uomini con la De), ma anche a fornire un supporto psicologico che possa garantire un maggiore benessere nell’intimità della persona.

Le problematiche psichiche, che sorgono in conseguenza di un disagio sessuale di origine organica, possono essere alleviate con l’aiuto di un esperto del settore che può lavorare con il paziente che presenta il problema o prendere in carico la coppia, per migliorarne l’intimità e quindi anche il benessere generale.

Si ringrazia per la collaborazione la dr.ssa Martina di Juvalta

Articolo Precedente

Virus Ebola, l’Organizzazione mondiale della sanità dà il via libera al primo vaccino

next
Articolo Successivo

5G, i rischi per la salute richiedono prevenzione. Ma le parole contano meno dei numeri

next