Di Maio diffidente col Pd? Riaversi dalla fregatura che rifilò Renzi lo scorso anno e da quella che ha dato Salvini alla vigilia di ferragosto è dura. E’ comprensibile che sia guardingo un politico di 32 anni che in un anno è stato fregato così brutalmente da tutti quelli che con cui si era messo a trattare”. Sono le parole pronunciate a Otto e Mezzo (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che ripercorre le tappe della trattativa tra Pd e M5s nell’aprile del 2018, poi fallita con l’intervento televisivo di Matteo Renzi a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, con il disappunto successivo del segretario Pd Maurizio Martina e con la direzione dem che si adeguò a Renzi il 3 maggio 2018.

E spiega: “Di Maio propose il contratto di governo al Pd ed erano arrivati praticamente a concludere l’accordo, che prevedeva che Di Maio chiudesse il forno della Lega. Di Maio fece in fretta e furia una lettera al Corriere della Sera, in cui chiudeva il forno alla Lega e indicava i punti per l’accordo col Pd. La lettera fu pubblicata la domenica mattina del 29 aprile 2018 e la sera Renzi da Fazio fece a pezzi l’accordo coi 5 Stelle”.

Travaglio aggiunge: “Tuttavia, a me Di Maio sembra abbastanza confidente in questo momento nei confronti del Pd. A me personalmente ha molto sorpreso il fatto che si sia buttato nel tentativo di fare alleanze con candidati di liste civiche a cominciare dalle elezioni regionali umbre, che si terranno tra poco, cioè a fine ottobre. Io invece mi aspettavo che, per far digerire ai suoi l’alleanza con il Pd, prima di mettersi al tavolo anche per le regionali, avrebbe fatto passare del tempo. E invece si è messo lì e stanno cercando i candidati insieme”.

Poi chiosa: “Ho l’impressione che Di Maio si stia abbastanza convincendo, anche perché lo deve fare. Adesso, cioè, deve fare di tutto perché questo accordo funzioni, sia duraturo e soprattutto produca risultati. Altrimenti è ovvio che la stagione del M5s diventa veramente complicata”.

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