Due anni fa i cartelli con gli slogan e le foto di Mussolini. Questa volta avrebbe discriminato una bagnante di origine africana. Gianni Scarpa, l’ex gestore della spiaggia “fascista” di ‘Playa Punta Canna’ a Sottomarina di Chioggia, finisce nuovamente nei guai, a due anni di distanza dalla sua iscrizione nel registro degli indagati per apologia del fascismo. I Carabinieri lo hanno denunciato alla Procura per violenza privata aggravata da finalità di discriminazione razziale, ingiuria e apologia del fascismo. Secondo le accuse, avrebbe indotto una bagnante di Padova, nata in Italia da genitori originari dell’Africa occidentale, ad abbandonare a Ferragosto uno stabilimento balneare nel quale si trovava con una amica con comportamenti discriminatori accompagnati da musiche e frasi diffuse da casse e megafoni. Una volta uscita, la donna ha chiesto l’intervento dei militari.

“Io non so neanche cos’è il razzismo, ho decine di amici di colore. Questa denuncia è una cosa veramente ridicola”, commenta Scarpa. “Io non c’entro più con lo stabilimento, sono solo un cliente”, dice. “Tutti sanno che ho un modo goliardico di approcciare le persone – spiega – L’altro ieri, Ferragosto, c’era tanta gente, musica, c’era il dj sul palco. Gli ho preso di mano il microfono e ho detto due-tre cose sulla situazione politica: ‘c’è casino nel Governo, se si andrà a votare, mi raccomando, votate Salvini e la Meloni, mai il Pd’. Si sa, io sono anti-democratico”. “Quando ho mollato il microfono – prosegue Scarpa – tra le gente che applaudiva si sono fatte davanti queste due donne, una di colore, aggredendomi verbalmente per ciò che avevo detto: ‘ma non ti vergogni, vecchio rimbambito..’, aggiungendo che se ne andavano e avrebbero chiamato i carabinieri. Come poi è stato”. “Io non ho fatto allontanare nessuno – conclude – Ho saputo della denuncia. Mi vien da ridere“.

Due anni fa Scarpa, 66 anni, era stato accusato di apologia del fascismo perché nel suo stabilimento balneare intratteneva i bagnanti in discorsi stile Duce, in un ambiente pieno di gadget fascisti, cartelli con immagini di Mussolini e saluti romani. Una sorta di memorabilia del ventennio. In quell’occasione era stato archiviato: secondo la Procura le sue scelte andavano ricondotte nell’ambito della libertà di pensiero garantita dalla Costituzione e il giudice per le indagini preliminari aveva accolto la richiesta dei pm. I cartelli erano stati fatti rimuovere dal prefetto dopo il clamore suscitato dal caso, che aveva portato, tra l’altro, alla non riconferma di Scarpa come gestore della struttura. La società Summertine, concessionaria del tratto di arenile di ‘Playa Punta Canna’, non gli aveva rinnovato il contratto.

Allora Matteo Salvini, attuale ministro dell’Interno, difese Scarpa: “Indagato per apologia di fascismo Gianni Scarpa, titolare dello stabilimento balneare Punta Canna di Chioggia – scrisse il vicepremier su Facebook – Pazzesco. Lasciate lavorare in pace la gente! Con assassini, spacciatori e clandestini a spasso, lo “stato italiano” processa le idee. Mettendomi a disposizione di Gianni per un’eventuale difesa legale, mi viene voglia di andare a trovarlo a Chioggia. #pdacasa #leideenonsiprocessano”.

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