Per i 5 stelle “Matteo Salvini è un interlocutore non più credibile” e, dopo la sua “vergognosa retromarcia“, “è inaffidabile”. E’ questa la risposta ufficiale e, salvo colpi di scena, definitiva del M5s alle aperture e tentativi di fare marcia indietro della Lega. La posizione, comunicata alla stampa con una nota, è stata elaborata durante un vertice eccezionale a casa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona, in Toscana. Il garante e fondatore del Movimento ha infatti radunato i principali esponenti 5 stelle alla vigilia della settimana decisiva per la crisi di governo: all’incontro, rivelato da il Tirreno, hanno partecipato Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, i capigruppo M5s di Camera e Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, e la vicepresidente di Palazzo Madama Paola Taverna. Salvini, che ha iniziato la giornata dicendo che “non lascia il Viminale” nonostante sia proprio lui quello che ha aperto la crisi di governo, ha replicato dal palco della Versiliana e ha accusato gli ex alleati di voler andare con “Renzi e la Boschi”. Ma ha insistito nel lasciare uno spiraglio: “Non so cosa dirà Conte martedì in Senato, ma lo ascolterò senza pregiudizi”.

Il leghista oscilla tra l’aprire ai 5 stelle e l’accusa di voler fare “inciuci” per impedire il voto. Per i 5 stelle “è disperato”. Perché, “dopo aver aperto una crisi di governo in pieno agosto, portando il Paese sul baratro, ha anche il coraggio di parlare e arriva pure ad inventarsi la fake news su Renzi, non sa più dove sbattere la testa”. E’ iniziato così un botta e risposta a distanza tra i vari esponenti delle due parti. Prima hanno parlato i capigruppo del Carroccio in Parlamento: “Se i grillini preferiscono Renzi alla Lega, lo dicano chiaro, gli italiani sapranno chi scegliere”. Poi il fronte M5s: “Sono comunicati della disperazione”. Quindi lo stesso Di Battista: “Chi è più inaffidabile tra Salvini e Berlusconi? Chiediamolo a Verdini“, ha chiuso. In serata anche Di Maio ha scritto un post per spiegare meglio la posizione dei suoi: “Siamo forti e compatti e questo spaventa qualcuno”. Quindi parlando di Salvini, ma senza nominarlo, ha detto: “Voi una persona che si comporta così come la definireste? Credereste ancora alla sua parola? La verità è che un governo c’era, era forte e quel qualcuno l’ha buttato giù per rincorrere i sondaggi. Mentre i ministri Movimento 5 stelle erano al lavoro, lui era in spiaggia a pensare come fregare tutti. Questi sono i fatti”.

La nota dei vertici M5s dopo l’incontro con Grillo e Casaleggio – L’incontro tra i vertici M5s è stato convocato per riuscire a elaborare una strategia condivisa in vista delle prossime tappe che il premier Conte dovrà affrontare in Parlamento. La riunione ha sancito quello che già era cominciato a emergere nei giorni scorsi: il ritorno di Beppe Grillo in una fase molto importante per il futuro del Movimento. Al termine è stata diffusa la nota su cui hanno trovato un accordo: “Tutti i presenti”, si legge, “si sono ritrovati compatti nel definire Salvini un interlocutore non più credibile. Prima la sua mossa di staccare la spina al governo del cambiamento l’8 agosto tra un mojito e un tuffo. Poi questa vergognosa retromarcia in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilità, fanno di lui un interlocutore inaffidabile. Dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi. Il Movimento sarà in Aula aula al Senato al fianco di Giuseppe Conte il 20 agosto”. La linea insomma, rimane quella espressa in questi giorni: non è pensabile fare marcia indietro, nonostante il Carroccio negli giorni abbia proposto un maxi-rimpasto o addirittura la poltrona di presidente del Consiglio a Luigi Di Maio. I 5 stelle sono intenzionati a far arrivare la crisi in Parlamento, così come detto in queste ore, e voteranno la fiducia al premier al momento in cui ci sarà da esprimersi. L’ultima offerta di Salvini risale a poche ore prima della nota: dopo aver detto che non intende lasciare la poltrona del Viminale, ha anche dichiarato che “o si va a elezioni o ci si risiede al tavolo”. Un messaggio a cui ha replicato il grillino Manlio Di Stefano: “E’ da TSO”, ha scritto su Twitter.

Secondo quanto riferito dal quotidiano toscano, il primo a presentarsi al vertice con Grillo è stato Di Battista. Poi è stato il turno di Fico, che è arrivato per l’ora di pranzo. Il capo politico dei 5 stelle sarebbe arrivato solo in un secondo momento: fino a ieri sera era in Cilento con la sua fidanzata per qualche giorno di vacanza ed è rientrato a Roma ieri in serata. Per i 5 stelle sono ore molto delicate: i grillini hanno chiuso la porta a un ritorno con il Carroccio e sono tentati dalla formazione di una maggioranza alternativa con il Partito democratico. Il primo a dare il via libera era stato lo stesso Grillo, garante e fondatore del Movimento, con un post pubblicato sul suo blog nei giorni scorsi. La trattativa adesso però rimane molto delicata: innanzitutto i 5 stelle vogliono aspettare quanto il premier Giuseppe Conte dirà in Senato e poi si atterranno alle indicazioni del Colle.

Nel gruppo, anche tra i vertici 5 stelle, ci sono sensibilità diverse. Intanto pesa molto il dover fare i conti con il tradimento di Salvini, un gesto su cui i grillini non sono disposti a chiudere un occhio. Il più prudente in questo momento è Di Maio: il vicepremier e capo politico del Movimento sa che, in caso di apertura di una nuova maggioranza, la squadra dovrà essere fortemente rivoluzionata e il Pd potrebbe chiedere anche la sua testa. Dall’altra Di Battista, raccontano, è quello che più di tutti spinge per un ritorno alle urne che sia il più rapido possibile: sedersi al tavolo con i nemici storici del Partito democratico rimane un passaggio molto complicato che andrà comunicato bene alla base M5s. Più in linea con Grillo è Davide Casaleggio: il figlio del cofondatore del Movimento aveva rotto il silenzio nelle ore immediatamente successive allo scoppio della crisi e aveva attaccato l’ex socio di governo proprio per aver voltato le spalle al contratto sottoscritto tra le due parti. Fondamentale in queste ore anche il ruolo di Fico: il presidente della Camera ci tiene a rimanere il più istituzionale possibile e preservare la sua posizione super partes, ma è anche il grillino che ha i rapporti migliori con il Pd e che in questo momento potrebbe rivelarsi fondamentale.

Salvini insiste: “Il mio cellulare è sempre acceso”. Ma accusa il M5s di voler andare con il Pd: “Il futuro degli italiani in mano a 30 renziani”
La strategia di Salvini, almeno stando a quanto comunica in pubblico, rimane molto confusa. Da una parte infatti insiste nel dire che “o si vota o ci si risiede al tavolo” e, anzi, come detto già nei giorni scorsi, “il mio cellulare è sempre acceso”. E pure, ha detto dal palco della Versiliana in Toscana, “ascolterò il premier Conte senza pregiudizi”. Ma dall’altra attacca i 5 stelle accusandoli di voler fare inciuci con il Partito democratico pur di non lasciare che il Paese torni al voto: “Il futuro degli italiani è in mano a 30 renziani”, ha detto. “Se qualcuno vuole fare un governo con Renzi, Prodi e la Boschi deve passare sul mio corpo”. Dopo la chiusura definitiva dei 5 stelle, la possibilità che si riapra una trattativa sul fronte gialloverde sembra ormai remota. E soprattutto alla luce dei rapporti tesi tra Salvini e lo stesso Conte con cui nei giorni scorsi si è scontrato proprio sulla gestione dei migranti: “Conte è ancora il mio presidente del Consiglio, ma il rapporto è ormai epistolare. Lui mi scrive lettere e io gli rispondo via lettera”, ha detto sempre Salvini. “Martedì a mente aperta lo ascolterò. Se dice applichiamo la flat tax, la cosa che vogliamo fare noi… altrimenti vediamo. Nelle ultime settimane ho fatto un esercizio di pazienza”. In ogni caso, ha detto, “tengo sempre il telefonino acceso”.

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