A un giorno dall’anniversario del crollo del Ponte Morandi, dove il 14 agosto del 2018 sono morte 43 persone, Papa Francesco scrive una lettera ai genovesi, pubblicata da La Stampa, e parla di una “ferita inferta al cuore della vostra città, una tragedia per chi ha perso i propri congiunti, un dramma per i feriti, un evento comunque sconvolgente per chi è stato costretto a lasciare le proprie case vivendo da sfollato”. E scrive che di fronte a eventi di questo genere, il dolore per le perdite subite “è lancinante e non facile da lenire, come pure è comprensibile il sentimento di non rassegnazione di fronte a un disastro che poteva essere evitato”.

Il Pontefice dice ai genovesi di non averli dimenticati: “Ho pregato e prego per le vittime, per i loro familiari, per i feriti, per gli sfollati, per voi tutti, per Genova” e aggiunge di non avere risposte, perché dopo queste tragedie “c’è da piangere, rimanere in silenzio, interrogarci sulla ragione della fragilità di ciò che costruiamo, e c’è soprattutto da pregare“. Ma parla anche di speranza e di comunità: “Non lasciate che le vicende della vita spezzino i legami che tessono la vostra comunità, cancellino la memoria di ciò che ha reso così importante e significativa la sua storia”. E ricorda: “Io sempre quando penso a Genova penso al porto. Penso al luogo da dove partì mio padre. Penso alla quotidiana fatica, alla caparbia volontà e alle speranze dei genovesi. Oggi voglio dirvi una cosa innanzitutto: sappiate che non siete soli”.

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