In questi giorni, dopo il voto sul decreto sicurezza bis voluto dalla Lega, gruppi più o meno organizzati di persone ci hanno contattato etichettandoci come complici dei nazisti 2.0. Molti di loro, evidentemente non hanno neppure letto il decreto (che è in linea con le politiche dei nostri partner europei e del diritto internazionale), ma è bastato qualche slogan per avere la scusa di vomitare nuovo odio sul M5s.

Il decreto voluto da Salvini a me non piace. L’ho votato perché penso che sia troppo comodo comportarsi come fatto da quella manciata di miei colleghi che non rispettano le decisioni, anche sofferte, del gruppo. Senza ingoiare qualche boccone amaro non avremmo, per esempio, potuto gioire per il Reddito di cittadinanza. Il fenomeno migratorio di certo non lo si può arginare pensando di alzare dei muri o militarizzando i mari. Come ho spiegato in questo video, vanno fermate le cause non pensando solo di governare gli effetti. Serve intelligenza politica e va subito sedata la rissa tra gli ultras del respingimento e quelli dell’accoglienza, con approcci radicali un problema così complesso non verrà mai risolto.

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Ma dietro agli attacchi al M5s c’è un odio ben più radicato, che travalica la questione migratoria, anzi essa è usata per delegittimare una forza politica nata dal basso e che, in pochi anni, ha realizzato la più grande rivoluzione politica che si è avuta nel nostro Paese. Una forza politica fatta da cittadini che non avevano alcun legame politico con la vecchia classe dirigente che ha distrutto questo Paese, ed è per questo che siamo stati tanto osteggiati e attaccati con una brutalità senza precedenti. Questo perché eravamo e siamo l’unica forza politica con le mani libere e pulite. Avremo commesso degli errori, ma solo in buona fede e per amore di questo Paese, un Paese che invece è stato tradito da una politica che ha fatto sempre e solo gli interessi delle élite.

Ed è proprio per la paura che noi abbiamo suscitato che fu scritta una legge elettorale appositamente studiata per non farci governare da soli. Una legge che ci può relegare a un’opposizione permanente o necessariamente farci trovare dei punti di incontro. Data la legge elettorale e gli esiti elettorali, il contratto con la Lega era l’unica strada percorribile per realizzare delle misure che, in alternativa, non sarebbero mai state realizzate. Pur sapendo che questo contratto ci avrebbe inviso a un certo elettorato, per amore del Paese abbiamo lavorato alacremente e con una pazienza certosina Luigi di Maio ha sempre trovato un equilibrio con l’omologo leghista.

Il governo ha realizzato provvedimenti importanti, i risultati, al di là del fango quotidiano prodotto dalla fabbrica del consenso, sono palesi. Si pensi al tasso di disoccupazione più basso degli ultimi anni, ai tavoli di crisi aziendali risolti positivamente, alla firma del memorandum con la Cina, all’esplosione dei contratti a tempo indeterminato (più 350.000), al reddito di cittadinanza (una misura epocale a sostegno degli ultimi), a Quota 100, al decreto dignità e quello fiscale, allo Spazzacorrotti e anche alla riduzione delle morti dei migranti in mare e degli sbarchi che vanno ad alimentare una guerra tra poveri voluta per abbassare il costo del lavoro. Su 10 dei maggiori provvedimenti di questo governo, 8 sono del M5s. Ma la narrazione usata dai mass media e dai poteri forti che li controllano è stata diversa, perché siamo noi che facciamo paura, siamo noi un pericolo concreto per il Sistema!

Io credo che questo governo debba continuare ad andare avanti e rispettare il contratto stipulato dinanzi agli italiani. Questo esecutivo resta, al momento, il migliore possibile. Quali sarebbero le alternative credibili? Credo altresì che al contraente di governo, dopo i risultati delle Europee, debbano essere riconosciute maggiori posizioni chiave. Del resto, le crescenti provocazioni, a mio avviso, hanno questo scopo. E’ giusto e anche doveroso che la Lega si assuma più responsabilità, a patto che il suo leader cessi il quotidiano terrorismo psicologico che danneggia il nostro Paese. Tale atteggiamento mi rammenta un pomeriggio della mia adolescenza quando, in un campetto, un bimbo un po’ bullo, unico proprietario del pallone, se non l’aveva vinta sempre lui, minacciava di andarsene non permettendoci più di giocare. Dopo l’ennesima minaccia, lasciammo tutti il campetto e lui rimase solo. Serve rispetto, stabilità e coesione, quella che c’è stata fino a poco prima delle europee. Pur partendo da posizioni alternative, a Palazzo Madama i rapporti con i colleghi leghisti sono incentrati sul dialogo e il rispetto. Sarebbe inverosimile se affermassi il contrario, anzi alcune le reputo persone di spessore anche morale.

Se, invece, lo schema deve restare quello di voler costantemente provocare e minacciare, a mio personale avviso bisogna fermarsi. Non si può guidare il Paese pensando di stare sulle montagne russe. Se si vuole tornare sulla strada della restaurazione con ciò che resta di Forza Italia o con Fratelli d’Italia (questi ultimi non voterebbero mai per alcuna forma di autonomia) allora che si voti. Noi non abbiamo paura. La storia repubblicana insegna che gli italiani hanno sempre sonoramente punito quei partiti, anche se con il vento in poppa, che li hanno chiamati a votare senza una vera e seria ragione. Noi continueremo il nostro lavoro dentro e fuori le istituzioni denunciando gli inciuci dei partiti come quello sulla mozione Tav votata in Senato.

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