Nuove tracce di sangue presenti su diversi oggetti e indumenti all’interno della stanza e alcune impronte digitali “da verificare”. Elementi che, se confermati, confermerebbero il coinvolgimento di Gabriele Natale Hjorth nel concorso in omicidio e gran parte della ricostruzione operata dai pm. I carabinieri del Ris hanno rinvenuto decine di reperti durante le loro 5 ore di sopralluogo all’interno della stanza 109 dell’hotel Le Meridien Visconti di Roma, dove alloggiavano i due 19enni americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, la notte fra il 25 e il 25 luglio. Oltre al giovane italo-americano, in carcere a Regina Coeli c’è Finnegan Lee Elder, il ragazzo di San Francisco che ha confessato le 11 coltellate rifilate al militare.

Secondo quanto spiegano fonti inquirenti a IlFattoQuotidiano.it, le tracce ematiche rinvenute – su cui vige strettissimo riserbo – confermerebbero la ricostruzione della Procura, specie in relazione all’efferatezza con cui è avvenuto il delitto. Ma non è tutto. Alla presenza dell’avvocato Massimo Ferrandino, legale di Rosa Maria Esilio, vedova di Cerciello Rega, i Ris hanno acconsentito ad approfondire l’esame di alcune impronte digitali rilevate su diversi oggetti presenti nella stanza. Qualora il confronto con le impronte di Gabriel dovessero dare esito positivo, il test potrebbe rappresentare un elemento di prova in più sul ruolo di Natale Hjorth, almeno rispetto alle accuse che gli vengono contestate. Ancor più determinante ai fini dell’inchiesta sarà la giornata di domani. I carabinieri del Ris, infatti, dovranno operare esami irripetibili sugli altri reperti acquisiti, fra cui la divisa di Cerciello Rega e quella del suo collega Andrea Varriale. Sarà fondamentale per i militari della scientifica capire se l’americano si è accanito sul 35enne quando era già a terra oppure se i due hanno lottato in piedi. Si tratta di un dettaglio fondamentale per comprendere non solo la dinamica dei fatti, ma anche l’impatto delle coltellate di Elder sul carabiniere disarmato.

Intanto, proprio i legali di Finnegan questa mattina hanno fatto istanza presso la Procura affinché “vengano acquisiti tutti i video recuperabili dalle telecamere del quartiere. Il pool di avvocati, infatti, è convinto che gli inquirenti non abbiano ancora in mano tutte le immagini e che la fitta videosorveglianza privata presente nel quartiere Prati di Roma, in prossimità della scena del delitto, possa nascondere anche le immagini dello scontro letale. “Quelli recuperati oggi all’hotel Le Meridien sono elementi che non cambiano l’inerzie delle indagini”, hanno ribadito gli avvocati al termine del sopralluogo.

“Abbiamo presentato una richiesta ufficiale, e l’ha voluta sottoscrivere il ragazzo, per l’acquisizione di tutti i video della zona perché noi crediamo che attraverso il video possa essere fatta chiarezza su che cosa sia effettivamente accaduto”, ha detto l’avvocato Roberto Capra, legale di Elder. “Confidiamo che vi sia il video del momento dell’incontro. E’ su quello che bisogna fare chiarezza“. E a chi chiede dell’esistenza del video, l’avvocato Capra risponde: “Noi l’abbiamo chiesto alla procura. Abbiamo chiesto che si faccia chiarezza perché sono uscite una serie di indicazioni contrastanti sulla presenza o meno delle immagini“. Secondo l’avvocato Capra, potrebbero essere determinanti le immagini registrate dalle telecamere “della banca e della farmacia“.

Ci sono diverse domande alle quali l’eventuale presenza delle immagini potrebbe rispondere. E che in queste ore i legali degli indagati stanno ponendo ripetutamente. Sia in fase di interrogatorio che davanti al gip, Elder ha infatti ribadito due concetti fondamentali: il primo è quello di non essersi potuto rendere conto che Cerciello Rega e il suo collega Andrea Varriale erano dei carabinieri, anche perché “non è vero che hanno esibito il tesserino“. In secondo luogo, Finnegan ha spiegato di essere stato “aggredito” dal vicebrigadiere e aveva paura “di essere strangolato”. Versione del tutto rigettata dagli avvocati della famiglia di Cerciello Rega e, per il momento, dagli inquirenti. Resta da capire anche cosa accadeva fra Varriale e Hjorth, perché a differenza di quanto accaduto fra gli altri due, la loro collutazione non ha lasciato segni rilevanti sui rilevanti su entrambi. Determinanti saranno anche le analisi sul Nokia di Sergio Brugiatelli – il mediatore fra gli americani e i pusher – e la lettura dell’agenda e degli sms.

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