Quegli scogli che amava tanto presto saranno dedicati a lui. Tra poche settimane la Rotonda di Ardenza a Livorno diventerà la “Rotonda Ciampi” in onore dell’ex Presidente della Repubblica che qui era nato nel 1920 e cresciuto prima di trasferirsi a Roma per iniziare la sua lunga carriera istituzionale. La decisione è stata presa martedì dal consiglio comunale di Livorno che è riuscito, dopo due anni di polemiche e il “no” del M5S durante la giunta Nogarin, ad approvare un atto di indirizzo politico per dedicare la Rotonda a Ciampi, scomparso a 95 anni il 16 settembre 2016. “Per me è una priorità – ha commentato il neo sindaco Pd, Luca Salvetti – è il segnale chiaro che Livorno vuole rendere omaggio a chi le ha dato lustro”. L’intitolazione della Rotonda a Ciampi però non è piaciuta alle opposizioni che hanno votato contro o si sono astenute. Adesso manca solo una delibera di giunta che sarà approvata a breve per trasformare la Rotonda di Ardenza in “Rotonda Ciampi”.

Una diatriba lunga due anni
L’approvazione della mozione è arrivata dopo anni di polemiche e di dibattito in città. L’idea era nata grazie ad una raccolta firme portata avanti da Beppino Mancini, proprietario dello storico ristorante La Barcarola dove Ciampi andava spesso a mangiare e che durante il suo settennato mandava direttamente al Quirinale il cacciucco livornese. Proprio lui aveva raccolto 500 firme per dedicare la Rotonda all’ex Capo dello Stato e le aveva consegnate all’allora sindaco del M5S, Filippo Nogarin. Quest’ultimo alla fine del 2017 aveva presentato una delibera di giunta sulla questione ma dopo poco era stato costretto a ritirarla a causa delle proteste del gruppo pentastellato in consiglio comunale che lo aveva definito “uomo dell’euro e delle banche” e questo bastava per non dedicargli la Rotonda. Il 25 gennaio 2018, poi, il Pd livornese aveva provato a stanare i grillini presentando una propria mozione che però fu bocciata definitivamente con 16 voti contrari e 10 favorevoli.

Il voto: opposizioni contrarie
La nuova mozione dem per intitolare la Rotonda a Ciampi era stata presentata lo scorso 22 giugno, tra i primi atti della nuova maggioranza dopo la riconquista della città ad opera di Luca Salvetti. In aula, martedì, è stata la consigliera di maggioranza Eleonora Agostinelli ad illustrare l’atto: “Ciampi ha sempre mantenuto un legame strettissimo con Livorno, riservandole sempre grande attenzione e affetto anche durante i prestigiosi incarichi che ha ricoperto”, ha detto. La discussione poi si è fatta accesa. Il centrodestra a trazione leghista ha presentato una propria mozione (bocciata) chiedendo alla giunta di intitolare una strada qualunque a Ciampi e di dedicare la piazza ad Amedeo Modigliani, Giovanni Fattori o ai macchiaioli: “Ciampi – ha spiegato l’ex candidato sindaco del centrodestra, Andrea Romiti – ci ha portato in Europa con tutte le conseguenze nefaste che conosciamo”. Poi la Lega ha proposto di coinvolgere direttamente i livornesi con un referendum consultivo. Niente da fare. Da sinistra, invece, il consigliere di Buongiorno Livorno, Marco Bruciati ha motivato il suo “no” parlando di “personaggio divisivo” mentre il M5S con l’ex vicesindaca Stella Sorgente ha liquidato velocemente la faccenda: “La toponomastica non è una priorità per la città”. La mozione è stata approvata con 17 voti favorevoli e 8 contrari (2 gli astenuti).

Il Ciampi livornese
Carlo Azeglio Ciampi era nato a Livorno nel 1920, qui aveva conosciuto la moglie Franca e qui aveva studiato prima del periodo alla Normale di Pisa. Non ci viveva più dal 1947 – ovvero da quando era entrato in Banca d’Italia – ma nella sua Livorno tornava sempre volentieri. “Era un uomo di scoglio”, raccontano gli amici più stretti, quelli che fecero con lui la Resistenza e si commossero vedendolo salire, nel 1999, lo scalone sfarzoso del Quirinale. Proprio quel giorno, raccontano, Ciampi entrò nel Palazzo intonando l’inno del Livorno calcio tra lo stupore di corazzieri: “Baldi e fieri venite o compagni… l’amaranto è la nostra bandiera” e via così. Proprio alla sua Livorno, Ciampi dedicò la prima e l’ultima visita ufficiale da Capo dello Stato (in tutto furono nove) e qui tornò nel 2004 per l’inaugurazione del nuovo Teatro Goldoni. Dopo la sua morte e il funerale romano, per suo stesso volere la salma è rientrata nella sua città natale. Quella Livorno che oggi gli dedicherà uno dei suoi posti più belli.

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