Il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha effettuato un sopralluogo a Venezia e in Laguna per verificare di persona le soluzioni possibili del problema della Grandi Navi. E ha dichiarato che sono solo due: far attraccare le navi nel porto di Chioggia o realizzare un terminal alla bocca di porto del Lido, in zona San Nicolò. Ha bocciato in modo netto, la soluzione caldeggiata dal ministro Matteo Salvini, dal governatore Luca Zaia e dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro di portare le navi a Porto Marghera: troppo pericoloso, per il traffico di petroliere, e comunque soggetto alle normative Seveso, su un’area che è da bonificare.

“Vogliamo trovare una soluzione definitiva per portare fuori dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca le Grandi Navi – ha detto il ministro dopo la visita – Finora esistevano alcune idee, ma non progetti, come ha detto qualcuno. I tecnici ne hanno filtrato alcune e ora abbiamo le ipotesi di San Nicolò al Lido e di Chioggia. Ora dobbiamo studiare e valutare quello che dovremo fare. Non escludo anche un referendum fra i veneziani per avere le loro indicazioni. Dal 2018 c’è anche la legge che prevede la consultazione dei cittadini”.

Quale delle due soluzioni verrà privilegiata? “Tra Chioggia e San Nicolò vedremo cosa scegliere perché la questione interessa anche i ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali. Per me è importante costruire un percorso condiviso, dato che il Movimento 5 stelle non vuole far calare niente dall’alto”. E l’ipotesi di Brugnaro e Zaia di portare le navi più grandi a Porto Marghera per il canale dei Petroli, facendo proseguire le altre fino a Marittima per il Canale Vttorio Emanuele? “L’ipotesi di Marghera presente criticità sulla sicurezza. Nel Canale dei Petroli c’è una viabilità promiscua. Adesso passa una nave petroliera o una nave porta mega container e dopo cinque minuti dovrebbe passare una nave da crociera con a bordo 6-7mila persone”.

Ha avuto buon gioco a ricordare l’incidente di Opera, a San Basilio. “Porto la memoria di quanto accaduto il 2 giugno con l’incidente che tutti abbiamo visto, che solo grazie a Dio non ha portato a feriti gravi o a morti. Io sono preoccupato perché Marghera è una zona a rischio Seveso, ci sono raffinerie, ci sono stoccaggi di benzine e petrolchimici”. Conclusione, su questo capitolo: “Politicamente escludo questa soluzione, non posso, finché sono io ministro, accettare il rischio che una nave con a bordo migliaia di persone, in caso di avaria, vada a scontrarsi non contro una banchina, come avvenuto il 2 giugno, ma contro una petroliera attraccata lì vicino, magari contro una raffineria”. E rivolto al sindaco di Venezia, l’ultimo affondo: “A coloro che affermavano il sito di Marghera come un’idea progettuale già definita, ricordo che quella è una zona a rischio Seveso ed è un’ex zona industriale che deve essere bonificata. Sarebbero necessari anni per creare un terminal”.

Ma intanto le navi continuano a passare:“Nell’immediato i rimorchiatori che trainano le grandi navi nel Bacino di San Marco sono diventati tre. Stiamo lavorando anche per una soluzione provvisoria per portar via le navi dal Canale della Giudecca”. Sollecitato sul Mose, il sistema ancora incompiuto di dighe mobili per salvare Venezia dalle acque alte, Toninelli ha spiegato: “Stiamo sbloccando 65 milioni che permetteranno di finire l’opera. Fino ad oggi è stata spesa una somma molto grande e quindi la struttura deve essere completata”.

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