di Marco Gigante

Se si dovessero usare come criterio esplicativo dei risultati delle ultime Elezioni europee i fatti concreti realizzati dai partiti – e provare, quindi, a stilare l’elenco degli atti che oggi un partito che ambisca a vincere le elezioni politiche dovrebbe fare – emerge con chiarezza che:

1. Per superare la soglia del 30% occorre:

a. non redigere alcun programma elettorale;
b. non andare mai al lavoro, ma girovagare per tutto il paese facendo selfie e mangiando ovunque capiti;
c. passare le giornate a combattere i nemici veri dell’Italia: i clandestini (in quanto ontologicamente criminali), i rom, i negozi di cannabis, Fabio Fazio, Roberto Saviano e chi espone gli striscioni sui balconi (a proposito, sembravate così tanti e cattivi, dove siete finiti?).

2. Per dimezzare il numero di voti ottenuti nelle elezioni passate è fondamentale:

a. redigere leggi per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato;
b. fare una legge sulla corruzione;
c. varare una misura di welfare che garantisce sottoforma di reddito mensile un sussidio a chi ha una pensione sotto i 500 euro o non ha alcun lavoro;
d. tagliare i vitalizi agli ex parlamentari e promuovere la diminuzione del numero degli stessi;
e. proporre una legge che alzi la soglia dei salari minimi;
f. tagliarsi gli stipendi;
g. cacciare chi è condannato o arrestato entro tempi inferiori alle 24 ore;
h. proporre una legge sull’innalzamento del salario minimo: insomma essere un vero e proprio partito di destra!

3. Per ottenere circa l’8% dei voti alle elezioni bisogna avere almeno 80 anni, vantare una condanna per frode fiscale, ricevere il prestigioso marchio di “impresentabile” dalla Commissione antimafia e ovviamente essere stati sotto processo per reati di poco conto, come compravendita di parlamentari o sfruttamento della prostituzione minorile: in sintesi occorre essere dei veri e propri self made men (ma con qualche vizietto).

4. Per aumentare di almeno cinque punti percentuali il numero di voti a sinistra, è oltremodo auspicabile nominare come leader di partito un perito odontotecnico (così da porre al centro la cultura che negli altri partiti manca) e un ex membro di Confindustria (ma in difesa degli operai), svolgere una campagna elettorale pressoché povera di contenuti (ma ricca di idee), promuovere come atti concreti una legge per l’aumento dello stipendio dei parlamentari (per evitare che la politica la facciano i soliti ricchi), sostenere l’appoggio al Tav (per far volare, fra 40 anni, i salami sulle rotaie), e non mostrare una ferma opposizione a leggi destrorse come quelle sul voto di scambio o sulla riduzione dei vitalizi; insomma occorre fare ripartire l’azione politica proprio dal “basso” (così da rimanerci).

Se volessimo invece racchiudere in poche parole la somma di tutte le spiegazioni che è possibile dare per comprendere il senso di questi risultati è sufficiente ricordare di quale paese sono questi elettori e quindi tenere a mente che ogni possibile interpretazione delle loro scelte è impresa completamente vana.

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Aggiornato da redazione web il 29 maggio alle ore 10

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