Scampato di fatto a un’accusa che poteva essere di concorso in corruzione, il governatore della Lombardia Attilio Fontana però finisce nel registro degli indagati per abuso d’ufficio. Secondo la tesi dei pm, facendo nominare con una delibera il suo socio di studio Luca Marsico al Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione, il presidente ha violato il principio di imparzialità, perché quel posto non era di nomina ‘fiduciaria’ ma si trattava di un incarico che era passato per un avviso pubblico a cui hanno partecipato circa 60 persone. Fontana è stato convocato per un interrogatorio lunedì prossimo, il 13 maggio, dai pm milanesi. La data è indicata nell’avviso a comparire che il governatore ha ricevuto alle 13.45 di oggi unitamente all’informazione di garanzia.

“Mi rasserena il fatto che non sia stata accertata alcuna violazione della procedura di nomina che è all’attenzione dei magistrati milanesi”, scrive in una nota il presidente della Regione Lombardia. “Mi rasserena altresì il fatto – ha aggiunto – che tale contestazione nulla ha a che vedere con fenomeni di corruzione. Per quanto concerne la vicenda della nomina di Luca Marsico, ribadisco che si è trattato come sempre di una procedura caratterizzata da trasparenza e da assoluta tracciabilità“, sostiene Fontana. “Quanto poi all’imparzialità – aggiunge il leghista – è stato garantito l’assoluto interesse della pubblica amministrazione nella scelta di un professionista dotato delle capacità e competenze richieste per quel ruolo. Risponderò quindi puntualmente e serenamente alle domande che i pm riterranno rivolgermi”, scrive il governatore.

Nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Milano sulle tangenti in Lombardia, Fontana è passato nella stessa giornata da parta lesa a indagato per quello che il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, in conferenza stampa ieri aveva definito un “piccolo incarico. L’episodio contestato non riguarda infatti la corruzione, ma è relativo alla nomina del suo collega di studio, l’avvocato Marsico, come membro esterno del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici lombardo: un incarico che frutta 11.500 euro l’anno e 180 euro a seduta. Marsico era stato candidato alle Regionali ma non era stato eletto. Così Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese (anche lui arrestato) e definito dal gip un “burattinaio”a capo di un vero e proprio “sistema feudale”, si sarebbe speso per trovargli un nuovo incarico. In cambio, secondo l’accusa, ha chiesto a Fontana di nominare una terza persona alla Direzione formazione della Regione. Il governatore aveva declinato la proposta, senza però denunciare. Ragione per cui Fontana è “parte offesa” nel tentativo di istigazione alla corruzione di cui è accusato Caianiello, ma è stato iscritto nel registro degli indagati per la nomina di Marsico.

L’avvocato socio di Fontana è stato nominato “esperto in ambito giuridico, con particolare riferimento alla legislazione territoriale, urbanistica, ambientale, edilizia ed ai contratti pubblici”. Il decreto dirigenziale del 31 ottobre 2018, firmato dal dirigente Antonello Turturiello è negli atti di indagine della Procura di Milano. Al bando avrebbero partecipato circa sessanta professionisti, dopo la pubblicazione dell’avviso nel luglio scorso per individuare gli esperti esterni da inserire nel nucleo, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Serie Avvisi e Concorsi. Nell’avviso si specificava che il compenso “è determinato nella misura fissa annua di 11.500 euro. Ai componenti spetta altresì un compenso pari a 185 euro per ogni seduta a titolo di gettone di presenza”.

La mancata rielezione di Marsico e le manovre di Caianiello
Tutto nasce dalla mancata rielezione in consiglio regionale di Marsico. Gli inquirenti ricostruiscono che “una delle cause della mancata rielezione è riconducibile al boicottaggio della sua campagna elettorale da parte di Caianiello, il quale ha deciso di puntare sul deciso sostegno elettorale al candidato Angelo Palumbo“. Insomma: il ras di Forza Italia in provincia di Varese aveva contribuito a far “trombare” il socio di studio del neogovernatore. “La mancata rielezione di Marsico – scrive il giudice – fa sin da subito registrare la volontà del presidente Fontana di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio e, a tal fine, lo stesso intrattiene una serie di incontri con Caianello”. È a quel punto Caianello si attiva per realizzare quella che gli investigatori definiscono “una complessa operazione corruttiva, consistente, in particolare, nello scambio tra la nomina dell’attuale direttore generale di AfolMetropolitana MilanoZingale Giuseppe, alla direzione generale Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, (per effetto dell’intercessione diretta di Fontana) e l’affidamento di incarichi onerosi da parte Afol in favore dell’avvocato Marsico”. In pratica Caianiello propone a Fontana di far affidare a Marsico alcune consulenze dall’Afol. In cambio il presidente avrebbe dovuto nominare l’attuale dg di Afol al vertice della Formazione della Regione Lombardia.

L’intercettazione: “… Ti facciamo avere gli incarichi!”
A raccontare il contenuto degli incontri con Fontana è lo stesso Caianiello: “Allora da Attilio, Attilio parte e mi dice: Sai Nino io..tu sai che io alla fine soldi..in soldoni proprio io ho due problemi, Luca e Mentasti. Ma la cosa preoccupante è che i problemi la Regione Lombardia non sono Mentasti, è Luca Marsico! Mi dice: ‘Sai Nino lui…mi dice che non ce la fa”. Io ho detto: “Scusa Attilio, adesso va bene tutto, il fratello gli ho..prende 2.600 euro netti al mese in Trenord, portando in giro i volantini della pubblicità. Lui adesso dire che non ce la fa..è vero che i so..”. A quel punto Caianiello fa la sua proposta al governatore: “Guarda…allora, per Luca io continuo a dirti ti faccio la proposta.…ti propongo di prendere Zingale come direttore generale alla formazione, lui è all’Afol, attraverso l’Afol che è l’azienda di formazione di città metropolitana…ti facciamo avere gli incarichi! Il meccanismo è quello che quello va lì e gli da le consulenze…”.

Proposta respinta, ma poi un piccolo incarico al socio
Palumbo, il consigliere eletto, fa notare a Caianiello che Marsico ha un altro problema: per due anni non potrà ricoprire incarichi di governance in aziende partecipate dalla Regione Lombardia essendo un consigliere regionale uscente: “Il problema dei due anni che tu per due anni non puoi assumere incarichi di governance nelle aziende dove c’è la partecipazione della nuova Regione”. A sentire Caianiello, addirittura, sarebbe stato lui stesso ad “aver avvisato Fontana del pericolo di una sua esposizione in prima persona in relazione alla risoluzione del problema di Marsico (chiaramente alludendo alla inopportunità di nomine in favore di Marsico direttamente riconducibili al Presidente Fontana)”.“Io gli ho fatto: guarda tu questa cosa non devi fare, perché domani mattina quando esce una cosa del genere la collegano a te, tu devi capire che sei nell’occhio del ciclone! Sei il Presidente della Regione Lombardia”. In ogni caso, Fontana respinge la proposta di Caianello ma non la denuncia: il governatore “dopo un’iniziale apertura sul punto preferirà successivamente percorrere una diversa strada, non accogliendo la proposta corruttiva avanzatagli da Caianiello”. Quella “diversa strada”. con un “piccolo incarico” al socio, è il motivo per cui la posizione di Fontana è cambiata dalla mattina alla sera.

Marsico: “Non sono entrato dalla porta di servizio”
“No, non sono entrato dalla porta di servizio. Ho fatto una regolare domanda nel luglio del 2018 come esperto giuridico per accedere al nucleo di valutazione regionale. E la domanda è stata accolta. Tutti qui” spiega all’Adnkronos Marsico. Il legale, sentito ieri dai magistrati “come persona informata dei fatti” sottolinea di fare l’avvocato “dal 1992, alla domanda ho allegato un curriculum e sono stato inserito in questo nucleo di valutazione, composto da un team di professionisti con competenze diverse, ci sono anche ingegneri e geologi”. Un incarico, sottolinea, non certo dettato da motivazioni economiche considerato che “sono previsti 11.500 euro più un gettone di presenza di 180-185 euro. Se consideriamo che questo nucleo si è riunito 4-5 volte dalla sua istituzione, si vede che non vi sono certo guadagni fuori norma”. All’Ansa il legale dice_ “Fontana è stato il mio ‘maestro’ sin da quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, nel 1992. Credo di essere un buon avvocato, per questo ho ottenuto l’incarico e non per l’amicizia con il governatore”.

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