Il buon Matteo Salvini si è beccato un’azione di subvertising in piena regola. Ed ecco l’espressione non programmata, di quelle che non sono studiate da lui e dal suo responsabile della comunicazione, che pochi giorni fa aveva augurato buona Pasqua a tutti con una bella foto di Salvini che aveva in mano un mitra.

E’ bastata una sola foto e il mondo fatato del politico tra la gente, quello che ci fa vedere cosa mangia, cosa beve, quante volte va al cesso, oltre a dedicare sui social spazio alla denigrazione delle donne che lo criticano, quel bel mondo è miseramente crollato. Matilde e Gaia, amiche nissene, sono riuscite a far diventare virale un gesto di Liberazione, in quel 25 aprile che il ministro ha snobbato.

Il valore di azioni di subvertising come questa è enorme, in special modo quando si parla di politici che ripongono speranza di raccogliere consenso costruendo un’immagine precisa, coerente, del dittatore “umano”, quello che un giorno criminalizza tutti gli immigrati e il giorno dopo accetta il supporto di persone che non fanno che umiliare le donne, sul palco, con la bambola gonfiabile di Laura Boldrini o sulla sua pagina Facebook.

Volendo fare un riassunto sulle gogne salviniane: c’è l’offesa sessista contro la donna che cita un verso caro alla Resistenza; ci sono numerose offese contro la Boldrini, rea di aver partecipato a manifestazioni in difesa di diritti civili; ci sono gli insulti, l’istigazione all’odio e perfino le minacce da parte dei fan salviniani che apprezzano la gogna aperta contro una ragazza che esprime la sua critica contro la politica leghista; ci sono le mortificazioni contro donne che paternalisticamente Salvini sottopone alle sue lezioni di bon ton; e potrei dirvene ancora e ancora e ancora. Mi fermo qui.

Il punto è che nella comunicazione è importante informare di quel che codesti soggetti fanno, ma è anche fondamentale cercare di realizzare azioni che sovvertono quello a cui quel tal politico tiene di più: l’immagine, il personaggio costruito e venduto alla folla per guadagnare consensi. Sia chiaro che questo serve a fare controcultura. Con una sola foto queste due ragazze hanno parlato di sessismo, di misoginia, di lesbofobia, di politiche reazionarie contro le famiglie omogenitoriali, di omofobia più volte usata per guadagnare consenso in quel di Verona (congresso delle famigghie tradizionali).

In un’epoca in cui molto si gioca con la comunicazione, è la comunicazione che diventa importante per raccontare un modo diverso di vivere e progettare il futuro. Ovviamente non sarebbe stato lo stesso se due signori anziani si fossero baciati in presenza di Salvini. Anzi lui li avrebbe osannati come espressione dell’amore che dura, delle coppie che invecchiano mano nella mano e via con la retorica smielata che usa in questi casi. Le ragazze invece sono altra cosa. Il suo responsabile per la comunicazione mostra belle ragazze come appendici decorative del ministro per far notare quanto egli sia virile, ovvero le mette alla gogna sui social se non sono “utili” in termini di marketing, al fine di fargli guadagnare consenso. Se le donne che criticano Salvini non sono spontaneamente “utili” allora è il suo staff comunicativo che le rende tali, perché le fanno diventare “utili” per saziare le bocche di quei tanti cagnacci rancorosi che dividono le donne in “bone e chiavabili” e “cozze”, alle quali servirebbe, secondo loro, “il pene nero”.

Non so quante offese si beccheranno ora Gaia e Matilde. Solidarizzo fin da subito ma soprattutto le ringrazio, perché sono state geniali e perché in un solo momento hanno scandito con coraggio quel che è per davvero la politica intollerante di Salvini e della Lega.

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