La storia recente dello Sri Lanka, in cui si intrecciano i piani della via della Seta, la politica e gli interessi di un Paese in via di sviluppo, non è affatto isolata. Secondo un report del 2018 del think tank americano Center for global development, sono 23 gli Stati coinvolti nella Belt and road initiative che potrebbero avere gravi problemi finanziari. Fra questi, otto hanno già valori di indebitamento con Pechino molto alti e un rapporto debito/Pil in forte aumento. Si tratta di Pakistan, Maldive, Laos, Montenegro, Mongolia, Tagikistan, Kirghizistan Gibuti. Quest’ultimo, ad esempio, ospita l’unica base militare oltremare della Cina e ha visto aumentare il suo debito pubblico esterno dal 50 all’85 per cento del Pil in soli due anni. Gran parte del credito, spiega l’istituto americano, è dovuto alla China Exim Bank. In programma ci sono nuove infrastrutture (tra cui due aeroporti e un terminal petrolifero), ma non c’è alcuna garanzia che saranno in grado di generare entrate sufficienti per ripagare questi debiti.

Articolo Precedente

Ghana, così il Paese del padre del panafricanismo si è smarcato dagli aiuti e cresce del 7% diversificando l’economia

next
Articolo Successivo

Piaggio Aerospace, la parabola del gioiello dell’aeronautica: dall’ingresso di Abu Dhabi ai mille dipendenti in cassa

next